Coronavirus: è morto Celant “padre” dell’arte povera

Il critico, 80 anni, era ricoverato al San Raffaele. Il cordoglio del ministro Franceschini.

  Si è spento all'età di 80 anni il critico e curatore di fama mondiale Germano Celant. Era ricoverato al San Raffaele di Milano, a causa delle complicanze causate dal coronavirus.

 Celant era considerato il “padre” dell'Arte Povera, corrente artistica nata negli anni '60 di cui aveva coniato il nome, caratterizzata dalla rivalutazione degli oggetti comuni e di materiali poveri, una “tendenza artistica che, rifiutando i valori culturali legati a una società organizzata e tecnologicamente avanzata, mira al recupero dell’azione, del contingente, dell’archetipo come sola possibilità d’arte”.

 "Oggi il mondo della cultura e della creatività piange la scomparsa di un suo grande esponente – sono le parole di cordoglio del ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini -. Celant, cui si deve una delle avanguardie creative italiane più feconde del Novecento, lascia un'Italia impoverita del suo genio e del suo talento".

 Celant ebbe un ruolo fondamentale nella diffusione globale del Made in Italy, grazie ad esposizioni negli spazi museali più prestigiosi al mondo. Nato a Genova nel 1940, la sua carriera internazionale annovera la mostra Italian Metamorphosis al Guggenheim nel 1994, la direzione della Biennale d'Arte di Venezia nel 1997, la collaborazione nel 2015 con Expo per l’area Food in Art e, negli ultimi anni, la direzione artistica della Fondazione Prada.

Lascia la moglie Paris Murray e il figlio Argento Celant.