A pochi mesi dalla sua prima mostra milanese, Giordano Floreancig torna in città raccontando nuovamente, attraverso pennellate decise e feroci, la tragedia dell’esistenza: più di 40 opere inedite in mostra presso Palazzo Bocconi dal 5 al 27 ottobre, apparentemente inquietanti e dal forte impatto emotivo. Nato nel 1954 a Udine dove vive e lavora, Giordano non è un artista facile da raccontare per le sue diverse sfaccettature, tanto eclettico quanto singolare che non può essere ricondotto ad un tema o ad un materiale specifico.
“Punto ACAPO” è il titolo della mostra curata da Luca Cantore D’Amore, in cui siamo dinanzi ad una infinita serie di tele, di opere, che di giorno in giorno, e finanche di secondo in secondo, cambiano, si muovono, si attorcigliano, si avviluppano in loro stesse: come incastrate in una gabbia di sentimento e di isteria (la tela e la cornice, la mostra e l’allestimento) che a mala pena riescono a contenere ciò che accade e in cui, per questo, esse, si dimenano, si sbracciano, urlano, scomposte, disperate e perennemente irrisolte tutti i giorni, a tutte le ore e, talvolta, anche nello stesso momento durante il frangente di un’unica visione. “Ho curato molte mostre di Giordano Floreancig, ognuna stimolante a suo modo, ma confesso che un titolo così idoneo, poiché così rappresentativo e anche così sfuggente allo stesso tempo, raramente l’ho intercettato: è un compendio perfetto, preciso e puntuale, dell’imperfezione, dell’imprecisione e della non puntualità che caratterizza non solo le sue Opere, ma anche egli stesso – che è parte integrante e innegabile della galassia che ha creato e da cui, “punto e accapo”, ogni volta, sembra uscirne vittima o carnefice, escluso di lusso o incluso vagabondo”.
L’Arte espressionistica di Giordano Floreancig come artista concettuale attraversa la staticità della materia per esplodere in una tridimensionalità imponente e carica di una forza espressiva molto forte. I volti trasfigurati delle opere in mostra, come “Il caos dentro” e “Grido al cuore”, in fondo raccontano il disagio che ci circonda e con il quale mondo a noi circostante si evolve con incalzante velocità. Il titolo della mostra è volutamente dedicato alla Onlus ACAPO, nata presso l’Ospedale San Paolo di Milano, da sempre centro all’avanguardia nella cura delle malattie della bocca con lo scopo di creare una rete di medici, ricercatori, pazienti e loro familiari, uniti nella lotta contro il cancro della bocca.