Bonito Oliva 'artista per tutte le generazioni'

Una mostra per rendere omaggio alla singolarità di Mirò, alla sua attitudine alla libertà, alla sua indipendenza da ogni dogma artistico, sociale e culturale e anche al suo legame con l’Italia. E’ ‘Mirò – Il costruttore di sogni’, l’esposizione che si terrà al Museo Storico della Fanteria di Roma dal 14 settembre 2024 al 23 febbraio 2025. Prodotta da Navigare srl con il patrocino dell’ ambasciata di Spagna, dell”Instituto Cervantes’ di Roma, della Regione Lazio e della Città di Roma, la mostra dedicata a uno dei principali esponenti del ‘Surrealismo’ si compone di 140 opere realizzate dall’artista spagnolo nel corso dei suoi 60 anni di carriera. Otto le aree tematiche del percorso: ‘Litografie’, ‘Manifesti’, ‘Poesia’, ‘Ceramiche’, ‘Derrière le Miroir’, ‘Pittura’, ‘Musica’, ‘Mirò e i suoi amici’. “Mirò è un grande artista – ha detto uno dei curatori della mostra, Achille Bonito Oliva -. Senza alcun paragone con Picasso o Dalì. Mirò apre un nuovo universo spostando lo sguardo dalla vista alla visione. La sua pittura è un viaggio continuo, lo sguardo non è mai immobile. Per lui la realtà è un dogma che si può modificare. È un artista che resta, può essere fruito da tutte le generazioni. È un artista indeciso a tutto perché l’indecisione è una forma di libertà”.

Le tappe della mostra

La mostra, che ha avuto altre tappe a Trieste, Catania e Torino, si differenzia nella sua esperienza romana perché, come ha spiegato l’altro curatore, Vincenzo Sanfo, “c’è uno spazio dedicato alla scultura dove troviamo tutti i materiali usati da Mirò che è un artista popolare, ma meno visto rispetto a Picasso e Dalì. Il suo successo si lega alla sua capacità comunicativa con i suoi lavori che avevano l’obiettivo di infondere gioia”. L’ambasciatore spagnolo in Italia, Miguel Fernàndez-Palacios ha voluto sottolineare il legame tra Mirò e l’Italia: “Sin dai suoi primi giorni come artista, Mirò mostrò un interesse per l’arte primitiva e rinascimentale italiana, la cui influenza si può apprezzare nella sua attenzione ai dettagli e al simbolismo nelle sue opere. La relazione tra Joan Mirò e l’Italia fu una parte integrante del suo sviluppo”. Lo sviluppo di un artista libero.

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