Il nuovo lavoro di Costanza Rizzacasa d'Orsogna in uscita in tutte le librerie e on line il 24 ottobre
Dietro ogni storia, anche la più fantasiosa, possono celarsi grandi messaggi, sfide e tabù. Come nelle affascinanti e colorate avventure di Milo, il gatto tutto nero che cammina a zig zag e non sa saltare. Complice una ipoplasia cerebellare che fin da piccolo lo ha condannato a sfidare la forza di gravità per raggiungere vette domestiche che i suoi simili conquistano ogni giorno con la sola forza del pensiero. Eppure Milo “non sta fermo un attimo: cade, è molto buffo, sbanda da tutte le parti, ma non sa di essere diverso dagli altri gatti”, racconta Costanza Rizzacasa d’Orsogna, che con ‘Il Gatto che salvò Plutone’ (ed. Guanda nella collana Le Gabbianelle, 124 pp. 13 euro) in uscita in tutte le librerie e on line il 24 ottobre prossimo, conclude così la trilogia delle Storie di Milo (tutte le copertine sono realizzate dall’illustratore Giacomo Bagnara). Il primo volume, la scrittrice, giornalista e saggista lo aveva prodotto nel 2018 e raccontava la storia del ‘gatto che non sapeva saltare’: “Milo è il mio gatto, lo trovò mio fratello per strada, io non avevo mai avuto un gatto, sempre e solo cani. Mi sono ritrovata con questo cucciolo che si feriva in continuazione e ho cominciato a raccontare le sue disavventure su Twitter, postavo video e vedevo che le persone rispondevano emotivamente. Era bello tornare a casa e raccontare le disavventure di un gattino che nonostante le sue difficoltà ce l’avrebbe fatta”, racconta a LaPresse l’autrice, le cui primissime storie di Milo le aveva pubblicate in una fortunata rubrica sul Corriere della Sera: “Da giornalista, il mio interesse è sempre stato verso la diversità. Nel caso di Milo la disabilità. Il punto era veicolare il messaggio di accoglienza: Milo è stato un gattino che aveva questa disabilità ma ha sempre dimostrato di volercela fare. Anche se era molto impaurito all’inizio, ha sempre avuto questa tenacia”.
Un esempio che è piaciuto non solo in Italia, ma anche in estremo oriente (in Thailandia, Corea del Sud e prossimamente anche in Giappone), oltre che in paesi europei come Germania, Austria e Svizzera, ed è stato anche ripubblicato in un’edizione speciale ‘rosa’ barbiecore (“Ma è anche il colore del suo trasportino”, assicura Rizzacasa d’Orsogna) e per le scuole. Ed è tra i banchi dei più piccoli che Milo diventa anche una sorta di sussidiario dell’inclusività: “Milo è un gatto contro i pregiudizi, i bambini hanno sempre amato Milo moltissimo e loro sanno già tantissime cose, non capiscono le differenze. Da diversi anni riceviamo tantissime lettere da bambini, molte di bambini disabili. Nel 2018 si celebrava l’anniversario delle leggi razziali del ’38, un bambino di origine ebraica mi disse che Milo gli ricordava suo nonno. Un parallelo tra un bambino discriminato e un gatto potrebbe sembrare offensivo, ma il bambino lo fa”. Per questa sua leggerezza su temi toccanti, Milo è stato anche su Vogue Italia, “contro tanta gente importante che pensa che il gatto nero porti male, invece il gatto nero ha tantissima eleganza”, si dice convinta Rizzacasa d’Orsogna, che nel suo secondo volume nel 2021 aveva già proiettato Milo al Polo Sud, nella missione di salvare un pinguino trovato sulla spiaggia romana: “Anche in quel caso ci sono tanti temi, tra cui quelli animalisti, contro lo sfruttamento degli animali esotici, e una volta arrivati in Antartide anche lo scioglimento dei ghiacci”, spiega l’autrice, che osserva: “Oggi stiamo depauperando le risorse della terra e pensiamo a qualche altro posto dove andare, ma non possiamo continuare a deturpare la terra, l’unica che abbiamo e che dobbiamo preservare”. Dunque, dopo l’Antartide, Milo volerà ora nello spazio per salvare il pianeta con il cuore ingiustamente “declassato” al rango di pianetino, alle prese con un popolo di piccoli barbapapà alieni, inviato dai grandi della terra per non impaurire gli esserini extraterrestri: “Volevo una triologia, dopo il Polo Sud potevamo andare solo nello spazio – annuisce la scrittrice – Un’idea di empatia con l’universo, Milo è un gattino disabile ma sempre solidale con tutte le creature. In questo libro ci sono personaggi che si chiamano come nei cartoni degli anni 80, un personaggio di nome Venusia, il pianeta Ursula. E poi c’è Falcor 39 (grazie in giapponese), che dice a Milo che il sentimento più grande dell’universo è la compassione. Che significa ‘sentire insieme’ in latino, che è qualcosa di distante rispetto alla compassione, che è proprio sentire con l’altra persona, e fare cose insieme per risolvere insieme”.
Sarà la prima missione spaziale in cui un animale non farà da cavia, come avveniva purtroppo in passato, ma sarà un prezioso collaboratore. Durante il lungo viaggio stellare, punteggiato da straordinari incontri con gli abitanti dello spazio, Milo farà tappa anche nel Paradiso degli animali, dove incontrerà alcuni vecchi amici che non ci sono più. E alla fine il gattino traballino tornerà a casa, sentendosi più ricco e più fiero che mai: “Il punto è che una persona che non si aspetta di aiutare il prossimo, di poter fare la differenza, invece può farla. L’empatia e la compassione sono temi portanti nel libro”, conclude Costanza Rizzacasa d’Orsogna, che tiene a ricordare che “nello spazio siamo tutti disabili, nello spazio la disabilità non esiste, ed è sempre bene mettersi nei panni degli altri. E’ un viaggio metaforico, ai confini del mondo ma anche dentro se stessi, sul perdersi e ritrovarsi. E anche sul concetto di casa”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata