Il presidente della giuria Walter Veltroni: "Parole sono antidoto alla cupezza di questi tempi"
“Abbiamo cercato di usare le parole come antidoto alla cupezza di questi tempi”. Nell’Aula Magna del Palazzo Bo di Padova, Walter Veltroni, nel ricordare in quella stessa sede il conferimento della laurea alla memoria di Giulia Cecchettin, traccia, da presidente della giuria della 62ma edizione del Premio Campiello, la forza delle parole come prova “della libertà, con le quali si possono esprimere la ricchezza e il pluralismo delle opinioni e delle idee”. Una linea di pensiero che ha definito la scelta della cinquina finalista 2024 del concorso di letteratura italiana contemporanea promosso dalla Fondazione Il Campiello – Confindustria Veneto. La Giuria dei Letterati ha votato tra gli 85 libri ammessi al concorso dal comitato tecnico: al primo turno Antonio Franchini con ‘Il fuoco che ti porti dentro’ (Marsilio) e Emanuele Trevi con ‘La Casa del Mago’ (Ponte alle Grazie), al secondo turno Michele Mari con ‘Locus Desperatus’ (Giulio Einaudi editore), al terzo turno Federica Manzon con ‘Alma’ (Giangiacomo Feltrinelli), al quinto turno Vanni Santoni con ‘Dilaga ovunque’ (Laterza). Durante la selezione la Giuria ha inoltre annunciato il vincitore del Premio Campiello Opera Prima, riconoscimento attribuito dal 2004 ad un autore al suo esordio letterario. Il premio è stato assegnato a Fiammetta Palpati con ‘La casa delle orfane bianche’ (Laurana Editore).
I giurati
Tra i giurati da autorevoli personalità del mondo letterario ed accademico, da Pierluigi Battista, giornalista e scrittore, ad Alessandro Beretta, critico letterario, giornalista, programmer cinematografico e promotore culturale, da Federico Bertoni, docente di Critica letteraria e letterature comparate all’Università di Bologna, a Daniela Brogi, docente di Letteratura Italiana contemporanea all’Università per Stranieri di Siena. In giuria anche Silvia Calandrelli, direttore di Rai Cultura, Edoardo Camurri, scrittore, autore e conduttore televisivo e radiofonico, Chiara Fenoglio, docente di Letteratura Italiana all’Università di Torino, Daria Galateria, scrittrice, accademica e traduttrice, Lorenzo Tomasin, docente di Filologia Romanza all’Università di Losanna, Roberto Vecchioni, cantautore, scrittore, docente universitario ed Emanuele Zinato, docente di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Padova.
Veltroni: “Lavorato alla ricerca del meglio possibile”
“Abbiamo lavorato con solidarietà e accanimento alla ricerca del meglio possibile, e sono felice di averlo fatto con questa Giuria. L’ultima volta che sono stato in questa aula, è stato in occasione del conferimento della laurea alla memoria di Giulia Cecchettin. Mai come quella volta abbiamo potuto apprezzare il valore delle parole. Se in quell’occasione fossero state usate parole di odio – come sarebbe potuto essere comprensibile – se non avessero solcato la via della comprensione e della valorizzazione della vita, probabilmente quella vicenda avrebbe potuto cambiare il linguaggio del tempo”, ha sottolineato Veltroni nel celebrare la bellezza delle parole. Prima di dare vita alla votazione Vecchioni si è soffermato sulle differenze qualitative della produzione di oggi rispetto a quella di cinquant’anni fa: “L’allargamento della cultura ha portato alla diminuzione di singolarità eccellenti. Se io penso a chi ha vinto il Campiello negli anni ’60 e ’70, se ascolto musica, se leggo saggi trovo punte straordinarie. Oggi abbiamo un nugolo di autori letterari medio alti ma non ci sono punte – ha sottolineato il cantautore, scrittore e docente – Dobbiamo scegliere se preferire questo rispetto alla mediocrità di una volta costellata però da autori straordinari che non muoiono mai. Il Campiello non può far altro che cercare letteratura seria e viva che arrivi ai molti, che oggi è già molto. Però non si possono fare miracoli, i geni sono pochi e forse stanno sfumando”. Il vincitore sarà annunciato il 21 settembre in una cerimonia al Gran Teatro La Fenice.
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