Le dimissioni di Lorenzo Bini Smaghi dal board della Banca centrale europea come tappeto rosso per Mario Draghi sulla via della presidenza dell’Istituto di Francoforte. Questo lo scenario emerso al termine della conferenza stampa convocata a palazzo Chigi dopo l’odierna riunione del Consiglio dei Ministri. Una conferenza nella quale il premier Silvio Berlusconi si è trovato suo malgrado a chiarire la presenza del membro italiano del board della Bce nel palazzo del governo: “Bini Smaghi è entrato perché fra poco io e il sottosegretario Letta avremo con lui un incontro”. Non avrebbe voluto il Cavaliere ma alla fine è stato costretto a sbottonarsi di più: “C’è una richiesta ufficiale del governo italiano al dottor Bini Smaghi di dimettersi dalla Banca centrale europea”.
La regia è di marca francese e il premier non lo nasconde spiegando che il sacrificio chiesto a Bini Smaghi è figlio di un’intesa con l’Eliseo che, in cambio dell’appoggio di Parigi alla candidatura del governatore della Banca d’Italia Mario Draghi alla presidenza della Bce ha chiesto di ottenere un posto nel direttorio dell’organismo “il che – ha opportunamente aggiunto Berlusconi – dovrebbe avvenire con le dimissioni di Bini Smaghi dalla banca stessa”. Senza dubbio una procedura quantomeno irrituale, quella di palazzo Chigi, chiedere al suo rappresentante a Francoforte di lasciare il proprio incarico nel comitato esecutivo per rafforzare la candidatura di Draghi, ma la possibilità che un italiano raccolga una sfida così importante come quella della presidenza dell’istituto bancario europeo rappresenta un’occasione da non perdere per il premier che aspira da sempre a dimostrare il peso dell’Italia, e contestualmente del suo esecutivo, nel vecchio continente.
A testimoniare quanto la prassi scelta dal Governo fosse inusuale, palazzo Chigi ha pubblicato questa sera una lunga nota. Tra i vari passaggi, si spiega come “una regola non scritta della Banca centrale europea suggerisce l’opportunità di assicurare la presenza nel proprio board di un solo rappresentante di ciascuno dei principali Paesi dell’area euro”. In nome, quindi, “della solidarietà europea, ovvero del principio che ha guidato tutto il percorso professionale del dottor Bini Smaghi”, il presidente Berlusconi gli ha chiesto “un preciso atto di responsabilità nei confronti delle istituzioni europee e del suo Paese”.
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