Roma, 21 giu. (LaPresse) – Spesa record per le pensioni in Italia. Nel 2009 l’importo complessivo annuo delle prestazioni pensionistiche previdenziali e assistenziali erogate è stato pari a 253.480 milioni di euro, un valore corrispondente al 16,68% del prodotto interno lordo. Si tratta di un livello record, con una spesa complessiva aumentata del 5,1% rispetto al 2008, mentre la quota sul Pil è cresciuta di 1,3 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Lo comunica l’Istat, nel suo rapporto sui ‘Trattamenti pensionistici e beneficiari al 31 dicembre 2009’. Nel 2007 la spesa previdenziale era stata pari al 15,07% del Pil, mentre il dato del 2009 è il più alto dall’inizio delle serie storiche (2002).

Poco meno della metà dei pensionati italiani percepisce però un assegno inferiore ai mille euro. Per 5,3 milioni di individui, il 31,8% del totale, con una o più prestazioni l’importo medio totale mensile risulta compreso tra 500 e 1.000 euro. Ad essi si somma un ulteriore 14,7% di beneficiari che percepisce meno di 500 euro mensili. Per 3,9 milioni di pensionati, il 23,5%,invece la pensione mediaè compresa tra 1.000 e 1.500 euro mensili, mentre al restante 29,9% spetta un importo medio mensile superiore a 1.500 euro. Le distribuzioni per maschi e femmine mostrano differenze consistenti: gli uomini presentano quote più elevate nelle classi di importo mensile più alto; le donne in quelle di importo più basso.

Per quanto riguarda le pensioni, il 39,1% ha importi mensili inferiori a 500 euro e il 31,4% ha importi compresi tra 500 e 1.000 euro. Un ulteriore 13,4% di pensioni vigenti al 31 dicembre 2009 presenta importi compresi tra 1.000 e 1.500 euro mensili e il restante 16,1% del totale ha importi mensili superiori a 1.500 euro. Il calcolo sulle pensioni si differenzia da quello sui beneficiari perché ciascun pensionato può avere diritto a più di un trattamento.

“I dati diffusi oggi dall’Istat dimostrano che per gli anziani c’è un rischio povertà soprattutto in alcune regioni d’Italia. Non solo povertà economica, ma a rischio di esclusione sociale perchè molti anziani vivono da soli”. Così il presidente dell’Istituto di statistica, Enrico Giovannini, parlando a margine del convegno ‘In ricchezza e in povertà’ al Cnel. Giovannini ha sottolineato che “c’è anche un rischio di conflitto tra la cura dei bambini e quella degli ultra sessantacinquenni. C’è chi ha messo da parte uno stock di ricchezza elevato e quindi può avere una certa qualità della vita nonostante un reddito basso, ma c’è anche un rischio di povertà”.

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