Roma, 30 giu. (LaPresse) – E’ scontro tra l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, e la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Al centro della contesa l’accordo sui contratti siglato ieri dall’organizzazione degli industriali con i sindacati. Per Marchionne quell’accordo rappresenta un passo avanti ma non basta, perchè non vi rientrano le intese di Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco. Perciò, annuncia, a meno di “ulteriori passi”, la Fiat uscirà da Confindustria. Una minaccia contenuta in una lettera recapitata nel pomeriggio dal Lingotto direttamente sulla scrivania della Marcegaglia. La numero uno degli industriali ha risposto a stretto giro, una missiva in cui sottolinea come “l’accordo non possa essere rimesso in discussione”. E se a Fiat non sta bene, chieda un “intervento lagislativo con effetto retroattivo, che, in quanto tale, non è nella diponsibilità di Confindustria”.
“L’accordo raggiunto ieri – scrive Marchionne – tra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil è sicuramente un risultato di grande rilievo” che potrà avere un “effetto positivo” sulle relazioni sindacali. “Spero – aggiunge il numero uno del Lingotto – che il lavoro prosegua con ulteriori passi che ci consentano di acquisire quelle garanzie di esigibilità necessarie per la gestione degli accordi raggiunti per Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco. Questo ci permetterà di portare a compimento gli investimenti avviati e quelli già programmati”.
Ma “ho il dovere di informarti – Marchionne gela la Marcegaglia – che in caso contrario, Fiat e Fiat Industrial saranno costrette ad uscire dal sistema confederale con decorrenza dal primo gennaio 2012”. “Spero che la nostra posizione – si conclude il testo – possa aiutare la Confindustria e i Sindacati nel proseguire il lavoro cominciato”.
“Riteniamo che l’accordo non possa essere rimesso in discussione”, è la dura risposta della Marcegaglia. “A noi sembra – sottolinea – che l’accordo soddisfi anche le vostre istanze in quanto gli accordi di Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco possono facilmente rientrare nelle nuove norme pattuite”.
“Se non ritieni utile verificare la praticabilità di questa via”, scrive Marcegaglia, “al fine di ottenere garanzie riguardo agli accordi già raggiunti nel gruppo Fiat a fronte della causa intentata dalla Fiom non vediamo altra strada se non quella di un intervento lagislativo con effetto retroattivo, che, in quanto tale, non è nella diponsibilità di Confindustria”. “Rimaniamo comunque sempre pronti e interessati – conclude la presidente di Confindustria – a lavorare con Voi per permettere a Fiat di realizzare gli importanti progetti di investimento programmati”.
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