Roma, 6 lug. (LaPresse) – Bene il rigore sui conti, ma è sbagliato l’aumento dell’Irap sulle banche. E’ questo in sostanza il giudizio sulla manovra del presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, diffuso in un comunicato al termine del comitato esecutivo dell’associazione. “La tenuta dei conti dello Stato – afferma Mussari – in questa delicata fase congiunturale è una assoluta priorità per tutti. Il risultato della manovra varata dal Governo consente all’Italia di rispondere positivamente alle sollecitazioni di Bruxelles per il progressivo raggiungimento del pareggio di bilancio”. Però, precisa il presidente dell’Abi, “suscita riserve l’incremento dell’aliquota Irap per le banche. Si tratta di un ulteriore aumento della pressione fiscale sulle imprese bancarie, già penalizzate dal regime di tassazione più alto in Europa (15 punti percentuali rispetto alla media)”.
Mussari spiega che l’Irap “è un’imposta del tutto particolare, che si paga anche sulle perdite, al punto che è lo stesso Governo ad affidare alla delega la sua abolizione. Si impone una riflessione su quali effetti di medio e lungo periodo questa misura provocherà rispetto all’esigenza di mantenere un modello di banca moderna al servizio di famiglie e imprese”. Secondo il manager di Intesa Sanpaolo, “in particolare, si tratta di riflettere sull’impatto che detta imposta avrà sulla capacità delle banche di trattenere utili, al fine di rafforzare la loro capacità patrimoniale e quindi la concreta possibilità di erogare credito”.
Il presidende dell’Abi è comvonto che “si dovrà inoltre valutare un regime di esenzione dall’imposta di bollo per i depositi titoli di minore importo. Le banche – conclude Mussari – sono pronte responsabilmente a fare la loro parte, chiedono il pieno rispetto degli impegni presi con l’Europa, sottolineando l’esigenza di interventi che non sacrifichino lo sviluppo di medio periodo e che non penalizzino ulteriormente l’erogazione del credito”.
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