Atene (Grecia), 22 lug. (LaPresse/AP) – Sostenere l’euro e l’accordo per un secondo prestito alla Grecia è stata un’ottima decisione, un “dovere storico” di Berlino. Lo ha detto in conferenza stampa il cancelliere tedesco Angela Merkel, a un giorno dall’approvazione del nuovo pacchetto di aiuti ad Atene e dell’accordo per dare maggiori poteri al Fondo di salvataggio. La Merkel ha definito la firma di ieri a Bruxelles un passo “significativo” che aiuterà l’Europa a supportare la moneta unica. “L’euro – ha continuato la Merkel – è buono per noi, fa parte del successo economico della Germania e immaginare un’Europa senza di esso è impossibile”. Il cancelliere ha poi dichiarato ai giornalisti che non ci saranno soluzioni “spettacolari” e rapide per la Grecia, ma ci vorrà “un processo di passi diversi e successivi” per risolvere i problemi del Paese. Ciononostante, è convinta che l’Europa riemergerà più forte di prima dalla crisi. “Sappiamo che il problema di uno è il problema di tutti”, ha concluso il cancelliere, aggiungendo di credere che il Paese ce la farà: “Farò tutto il possibile perché ciò accada”.
Entusiasta la reazione greca alla notizia dell’accordo. “La decisione – ha commentato il ministro dell’Economia greo Evangelios Venizelos – porta un grande sollievo all’economia greca, ma questo non significa che ci rilasseremo dopo i nostri sforzi. Dobbiamo continuare a mettere in atto il nostro programma e tenere in vista l’importante obiettivo di soddisfare i requisiti del budget”. Venizelos si è poi concentrato sul sistema bancario greco, dicendo che “è forse il più garantito e sicuro in Europa, se non nel mondo, ora c’è un grande ombrello protettivo sopra le banche della Grecia”. Il ministro si è in seguito opposto alle agenzie di rating, secondo cui la Grecia rischia un default selettivo per via del coinvolgimento negli aiuti del settore privato, affermando che non ci saranno effetti negativi.
Questa mattina Fitch ha avvertito che il coinvolgimento del settore privato nella crisi del debito greco porterà a un default dei bond del Paese. Il nuovo piano dell’eurozona per contrastare il debito di Atene prevede infatti, oltre ai 109 miliardi da parte di Europa e Fmi, un contributo di circa 50 milioni di euro da parte delle banche, che forniranno il loro appoggio con operazioni di roll over, scambio dei bond o loro rivendita a prezzi più bassi. Come previsto, Fitch ha riferito che queste soluzioni sfoceranno in perdite per gli istituti di credito interessati, misura che porterà a un abbassamento del rating della Grecia e a un default limitato. Il giudizio negativo dell’agenzia sarà comunque eliminato non appena la Grecia emetterà nuovi bond alle banche, che saranno garantiti dai governi dell’eurozona.
Oltre alla possibilità di contributi volontari da parte dei privati, il nuovo pacchetto di aiuti varato ieri prevede nuovi poteri per il Fondo di salvataggio europeo, che d’ora in poi potrà agire anche in maniera preventiva. In questo modo il fondo sarà in grado di ricapitalizzare le banche nei Paesi che non hanno ancora richiesto un prestito e potrà intervenire sul mercato secondario in base a un’analisi della Bce che riconosca l’esistenza di circostanze eccezionali di mercato e rischi alla stabilità finanziaria, in modo da evitare il contagio.
“Per la prima volta dall’inizio della crisi – ha commentato ieri dopo la firma il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso – possiamo dire che la politica e i mercati si stanno incontrando”. I leader hanno anche deciso che il nuovo prestito alla Grecia avrà un tasso di interesse inferiore, intorno al 3,5%, e con una scadenza media di almeno 15 anni. Misura che riguarderà anche Irlanda e Portogallo i quali però non godranno dell’intervento dei privati. “Il coinvolgimento del settore privato – ha ribadito il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy – sarà limitato alla Grecia e alla Grecia soltanto”.
“Dovevamo agire in fretta per contenere la minaccia, altrimenti la situazione avrebbe potuto portare a una seria perdita di fiducia nella nostra moneta comune e compromettere la ripresa economica in Europa e in tutto il mondo”, ha proseguito ieri Van Rompuy, spiegando che le decisioni prese sono state principalmente tre: “Abbiamo migliorato la sostenibilità del debito greco, abbiamo adottato misure volte a fermare il rischio di contagio e ci siamo impegnati a migliorare la gestione delle crisi nell’eurozona”. Il presidente del Consiglio europeo ha ribadito che “la situazione era davvero grave” e che “i problemi della zona euro potevano essere risolti soltanto ai più alti livelli”. Per questo, spiega Van Rompuy, oltre ai capi di Stato sono stati “invitati anche il presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet e il direttore del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde”. “Non potevo permettere – ha concluso – che una situazione difficile si trasformasse in una situazione pericolosa, la quale, da una serie di crisi nazionali del debito, si stava evolvendo in una preoccupazione strutturale, minacciando la stabilità di tutta l’eurozona”.
Parole di elogio sono arrivate proprio dal nuovo direttore del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde. “Queste misure – ha detto – forniscono un importante sostegno alla crescita e alla stabilità finanziaria in Grecia e in tutta l’eurozona. L’Fmi continuerà a fare la sua parte in linea con le politiche del Fondo”. La Lagarde ha fatto sapere di aver apprezzato in particolare “i termini finanziari più favorevoli forniti dai Paesi dell’euro e il loro impegno a garantire aiuto ai Paesi che sono sottoposti al programma di salvataggio fino a che non avranno riconquistato l’accesso al mercato”. Elogiata anche la disponibilità del settore privato a sostenere la Grecia su base volontaria. “Le decisioni prese oggi – ha concluso la Lagarde – avranno un impatto positivo non solo per la Grecia e l’Europa, ma anche per l’economia globale. Prese insieme queste misure aiuteranno a ristabilire la crescita, migliorare la stabilità della Grecia e fornire le basi per un suo ritorno all’accesso al mercato”.
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