Washington (Usa), 30 lug. (LaPresse/AP) – Approvato alla Camera e, appena due ore dopo, respinto al Senato. Il piano sull’innalzamento del limite del debito redatto dallo speaker della Camera degli Stati Uniti, il repubblicano John Boehner, ha avuto vita breve al Congresso americano, ma era cosa preventivata. Continua così lo stallo nelle trattative per evitare il default del Paese. Nella serata di ieri, il provvedimento che prevedeva l’innalzamento del limite del debito di 900 miliardi di dollari e tagli alle spese per 917 miliardi, è stato infatti approvato dalla Camera a maggioranza repubblicana per 218 favorevoli e 210 contrari. Immediata è stata però la risposta del Senato che, per 59 voti contro 41, lo ha bocciato.

Fin dal primo momento, il presidente Barack Obama e il gruppo dei democratici avevano detto che la proposta Boehner avrebbe prodotto enormi danni economici, costringendo i deputati a votare una nuova estensione del tetto del debito il prossimo anno, durante le campagne per il voto per la presidenza e il Congresso. Ma il piano in realtà non piaceva nemmeno del tutto a repubblicani. Era stato infatti riscritto dopo le critiche dei conservatori del Tea party, per fare in modo che, prima di ogni altro aumento del limite, il Congresso approvasse un emendamento costituzionale per un budget bilanciato e lo inviasse agli Stati per la ratifica.

Ora le trattative e i tentativi di evitare il default andranno avanti. Ma si rischiano nuovi muro contro muro. Poco dopo la bocciatura del piano Boehner, il leader democratico Harry Reid ha annunciato la volontà di andare avanti con la sua proposta benché, anche per questa, siano poche le possibilità che passi in entrambe le camere del Congresso. La speranza è che i disegni di legge di democratici e repubblicani, con poche aperture bipartisan, possano in qualche modo fornire le basi per colloqui tra leader dei partiti dietro lo quinte,per trovare un compromesso che possa ottenere la doppia approvazione entro martedì 2 agosto, data ultima per evitare il default.

Reid ha invitato i repubblicani a dare una chance alla sua proposta. “Questa – ha detto il democratico – potrebbe esser l’ultima possibilità di salvare la nazione dal default”. Ma il leader repubblicano al Senato, Mitch McConnell, accusa i democratici di “raccogliere voti contrari per mantenere viva la crisi” e nota che la Camera ha già approvato due provvedimenti per alzare il limite del debito, mentre il Senato, a maggioranza democratica appunto, ancora nessuno. La Camera ha fissato un voto oggi in cui probabilmente verrà bocciata la proposta di Reid. Il Senato ha fissato un voto di prova per l’una di notte di domani (le 7 del mattino in Italia), indice del fatto che i tempi ormai siano molto ristretti. Al tempo stesso Reid ha fatto appello a un compromesso bipartisan, accusando Boehner e altri leader del Gop di essere caduti nei ranghi estremisti del repubblicani, “l’ultima resistenza del Tea party”, come l’ha definita il senatore democratico Richard Durbin.

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