Francoforte (Germania), 11 ago. (LaPresse) – “Strutture a un livello ancora più dettagliato delle branche di attività economica, specializzazione nei prodotti materiali, competitività dei paesi, il grado di concorrenza rispetto ai paesi con ridotti costi di produzione e le differenze nelle principali destinazioni delle esportazioni” come la Cina. Sono queste le cause che determinano le disparità tra le varie economie europee, e per l’Italia è probabile che “tali fattori abbiano rilevanza nel comprendere la debolezza relativa della ripresa, che non può facilmente spiegarsi solo con la struttura economica generale del Paese”. E’ quanto sostiene la Bce nel suo bollettino mensile, evidenziando anche come “nel settore industriale l’attuale aumento del valore aggiunto è stato notevole rispetto alle precedenti espansioni in gran parte dei Paesi, ma soprattutto in Germania. L’eccezione è costituita dall’Italia, dove l’andamento è stato lievemente più contenuto rispetto a tutte le precedenti riprese”.
Non solo: “Dopo le considerevoli flessioni durante la recente recessione, in tutti i paesi ad eccezione dell’Italia le esportazioni si sono riportate su livelli pari o prossimi a quelli massimi rilevati prima della recessione”. Secondo la Bce “il quadro è in qualche misura più variegato per quanto concerne gli investimenti, per i quali l’attuale ripresa è sostanzialmente analoga alle espansioni precedenti in Francia, ma più contenuta in Spagna e Italia, mentre in Germania ha riportato la crescita più marcata dal 1970”.
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