Atene (Grecia), 21 gen. (LaPresse/AP) – Charles Dallara, direttore generale dell’Istituto della finanza internazionale che rappresenta i creditori privati nei negoziati sul debito con il governo greco, ha lasciato Atene per un “impegno già preso da tempo” a Parigi. Ma i colloqui con il governo di Atene continuano anche oggi visto che Dallara riuscirà a rimanere “in costante contatto telefonico” con le autorità greche, con cui, ha voluto precisare, “si sta arrivando a una riconciliazione”. Il portavoce Frank Vogl ha fatto sapere inoltre che i consiglieri legale e finanziario di Dallara sono ancora ad Atene e stanno continuando a lavorare a diverse “questioni in sospeso” con le autorità greche.

La sensazione, secondo fonti di Bruxelles, è comunque che l’accordo sia vicino e potrebbe arrivare già nel weekend. Dopo gli incontri di ieri, che si sono protratti fino a mezzanotte circa, i colloqui riprenderanno oggi. Intorno al tavolo il primo ministro greco Lucas Papademos e i negoziatori dell’Istituto della finanza internazionale (Iif), che rappresenta banche e creditori privati esposti al debito di Atene. Quella che affrontano i negoziatori è una corsa contro il tempo per evitare il default. L’accordo infatti, precondizione per ricevere il secondo pacchetto di aiuti internazionali del valore di 130 miliardi di euro, va trovato prima del 20 marzo, quando Atene dovrebbe restituire 14,5 miliardi di euro di bond del Tesoro.

“L’atmosfera dei colloqui è buona e siamo fiduciosi che possano concludersi molto presto”, ha dichiarato il portavoce del governo greco Pantelis Kapsis a Radio 9 al termine degli incontri. Ottimismo arriva anche dagli ambienti europei, dove un diplomatico ha fatto sapere che l’accordo fra governo e Iif potrebbe essere raggiunto nel fine settimana, precisando però che il dibattito è ancora acceso perché per molti Paesi dell’eurozona il tasso di interesse in discussione per lo swap del debito è troppo alto. Ai colloqui di ieri ha partecipato anche il ministro delle Finanze greco Evangelos Venizelos, che ha accompagnato Papademos in due incontri – rispettivamente di due e quattro ore – con il capo negoziatore dell’Istituto della finanza internazionale Charles Dallara e con Jean Lemierre. I negoziatori, ha riferito Venizelos, hanno discusso in teleconferenza anche con alcuni rappresentanti dell’eurozona.

Il cosiddetto accordo Private sector involvement (Psi), in discussione nei colloqui governo-Iif, mira a rinegoziare il debito ottenendo dagli investitori privati una riduzione volontaria del 50% del valore dei titoli di Stato greci in loro possesso (haircut), pari a 100 miliardi di euro. I creditori riceverebbero in cambio nuovi bond con scadenza posticipata e oggetto delle trattative è proprio il rendimento che questi bond dovrebbero avere.

L’ipotesi sul tavolo prevede un rendimento al di sotto del 4% per i nuovi bond, con scadenza posticipata, da dare ai creditori privati in cambio dell’haircut. La possibilità al vaglio dei negoziatori è che tali rendimenti del 4% circa possano poi gradualmente aumentare fino al 2020. A spiegarlo è la ex ministro greca per il Lavoro Louka Katseli, intervistata dalla tv Skai. Secondo la Katseli, sul rendimento ci sarebbe ancora disaccordo perché molti Paesi dell’eurozona ritengono che questi tassi siano troppo elevati. “I colloqui non coinvolgono solo la Grecia e i creditori” ha detto l’ex ministro a Skai, sottolineando che dietro le quinte lavorano anche il Fondo monetario internazionale e Paesi come la Germania, che ha dato un contributo molto consistente ai prestiti di salvataggio per Atene. Inoltre ci sono anche alcuni hedge funds, che sì hanno comprato titoli greci, ma detengono anche assicurazioni sul rischio di fallimento (i cosiddetti Cds), ha continuato la Katseli.

Ieri intanto ad Atene sono arrivati anche gli ispettori internazionali della cosiddetta troika (Unione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale) per valutare gli sforzi della Grecia per il consolidamento fiscale. Gli ispettori hanno incontrato Venizelos. La loro valutazione è fondamentale affinché Atene ottenga il prestito di salvataggio.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata