Bruxelles (Belgio), 20 feb. (LaPresse/AP) – C’è attesa per l’Eurogruppo di oggi a Bruxelles, dove i ministri delle Finanze dell’eurozona si riuniranno per decidere sul secondo pacchetto di aiuti alla Grecia da 130 miliardi di euro. Gli elementi sul tavolo fanno pensare a un probabile via libera dei 17, che è vitale per evitare la bancarotta del governo di Atene. “Sono dell’opinione che oggi dobbiamo concretizzare perché non abbiamo più tempo’, ha detto il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, arrivando a Bruxelles. Ottimista il ministro delle Finanze greco Evangelos Venizelos. “La Grecia arriva all’Eurogruppo avendo rispettato tutte le richieste per l’approvazione del nuovo programma”, ha affermato oggi. A far pensare a una probabile approvazione degli aiuti anche la telefonata a tre di venerdì fra il premier greco Lucas Papademos, il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente del Consiglio Mario Monti, che oggi partecipa al meeting in qualità di ministro dell’Economia. Al termine del colloquio telefonico, infatti, i tre si erano detti “fiduciosi che lunedì all’Eurogruppo potrà essere raggiunto l’accordo sulla Grecia”.
GLI OBIETTIVI RISPETTATI. Atene arriva all’incontro con in tasca la manovra lacrime e sangue approvata dal Parlamento domenica 12 febbraio, mentre le proteste infiammavano le strade vicine a piazza Syntagma lasciando più di 100 persone ferite negli scontri con la polizia. La manovra, oltre a comprendere dure misure di austerità come il taglio di 15mila dipendenti pubblici e l’abbassamento di stipendi e pensioni, prevede anche un accordo di bond-swap con i creditori privati per permettere alla Grecia un taglio di 100 miliardi di euro del suo debito. La Grecia, inoltre, si presenta all’Eurogruppo avendo adempiuto alla richiesta dell’Europa di un impegno scritto da parte dei principali leader politici ad applicare le condizioni del salvataggio anche dopo le elezioni generali di aprile. Il primo ministro Papademos, intanto, è arrivato ieri sera a sorpresa a Bruxelles in modo da affiancare Venizelos.
LE QUESTIONI APERTE. Rimangono tuttavia almeno tre questioni aperte. In primo luogo la richiesta alla Grecia di istituire un conto di garanzia che garantisca agli investitori che il debito il loro possesso verrà ripagato. In secondo luogo va trovato un modo per assottigliare ulteriormente il debito di Atene a lungo termine visto che, tenendo conto anche di questo secondo pacchetto di aiuti e dell’accordo con i privati, è previsto che nel 2020 si attesterà ancora al 129% contro l’obiettivo fissato del 120%; tra le ipotesi per la riduzione del debito c’è anche quella che la Bce accetti una perdita sui titoli in suo possesso come stanno facendo i creditori privati. In terzo luogo, infine, oggi si discuterà anche del ruolo ancora poco definito del Fondo monetario internazionale. Al meeting di Bruxelles parteciperà infatti anche la direttrice dell’Fmi Christine Lagarde.
CONTO DI GARANZIA. L’idea di base del conto di garanzia è di far confluire in questo canale i fondi per ripagare il debito greco, dando una priorità legale a saldare debito e interessi rispetto per esempio al pagamento degli impiegati statali. Si tratta di una intrusione senza precedenti nella sovranità della gestione fiscale di un Paese membro.
COME RIDURRE IL DEBITO. Per quanto riguarda invece le modalità di riduzione del debito greco a lungo termine, sul tavolo di discussione ci sono tre ipotesi. Si potrebbe ridurre nuovamente il tasso di interesse sul primo prestito internazionale da 110 miliardi di euro concesso alla Grecia; oppure si valuta l’ipotesi di coinvolgere le banche centrali dell’eurozona o la Bce nella ristrutturazione del debito; oppure ancora si potrebbe chiedere ai creditori privati come banche e fondi di investimento di accettare ulteriori perdite sui titoli in loro possesso.
IL RUOLO DEL FONDO MONETARIO. Infine sul tavolo il ruolo del Fondo monetario internazionale. Mentre l’Fmi ha contribuito per un terzo al salvataggio di Irlanda e Portogallo e ha fornito 30 milioni dei 110 del primo pacchetto di aiuti alla Grecia, pare che in questo secondo intervento per Atene metterà meno di un terzo. Gli Stati Uniti, intanto, hanno espresso il loro benestare a che il Fondo monetario intervenga con un programma di aiuti alla Grecia. “Questo è un pacchetto di riforme molto forte e molto difficile che merita il sostegno della comunità internazionale e dell’Fmi”, ha detto ieri il segretario al Tesoro americano Timothy Geithner riferendosi alla situazione della Grecia. “Gli Stati Uniti incoraggeranno il Fondo a sostenere questo accordo”, ha concluso.
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