Bruxelles (Belgio), 21 feb. (LaPresse/AP) – Ci sono volute 12 ore di colloqui prima che l’Eurogruppo desse il via libera al nuovo pacchetto di aiuti alla Grecia, fondamentale per scongiurare il default altrimenti previsto a marzo. L’accordo varato a tarda notte dai 17 ministri delle Finanze dell’eurozona dovrebbe permettere ad Atene di ridurre il suo debito, che attualmente supera il 160% del Pil, al 120,5%. L’intesa dovrà però adesso passare al vaglio dei Parlamenti in diversi Stati membri, fra cui Germania, Olanda e Finlandia.
I PUNTI DELL’ACCORDO. La soluzione trovata per ridurre il debito greco conta su diversi punti: oltre all’erogazione dei 130 miliardi e alle misure d’austerità approvate dalla Grecia, i privati hanno accettato un haircut al 53,5% che consentirà di tagliare il debito di circa 107 miliardi; in cambio questi investitori, perlopiù banche e fondi di investimento, riceveranno altri bond greci a scadenza successiva e rendimento più basso (il cosiddetto bond swap). Anche gli Stati dell’eurozona daranno un contributo, abbassando gli interessi sul precedente prestito alla Grecia all’1,5% dai tassi attuali, compresi fra il 2% e il 3%. Impegno inoltre da parte della Bce e delle banche centrali nazionali, attualmente in possesso di 50-55 miliardi di titoli greci, che rinunceranno a parte dei profitti sul debito greco; non è ancora chiaro invece a quanto ammonterà il contributo del Fondo monetario internazionale, che deciderà in merito nella seconda settimana di marzo.
MONITORAGGIO RAFFORZATO. I ministri dell’eurozona hanno deciso anche che ci sarà un “rafforzamento del monitoraggio sul terreno” in Grecia da parte della troika (Ue, Fmi e Bce) per “valutare la conformità delle misure che saranno adottate” da Atene. La troika, si legge inoltre nel documento finale del vertice, eserciterà il controllo sul fondo di garanzia per il debito di Atene.
CONTO DI GARANZIA. Il rispetto delle nuove condizioni di questo secondo piano di aiuti da parte della Grecia sarà garantito da un conto separato in cui confluirà il denaro necessario a pagare gli interessi sul debito di Atene per tre mesi. A spiegarlo è stato il commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Olli Rehn. Questo rigido controllo sulle finanze di Atene era stato richiesto da alcuni Paesi dell’eurozona, che avevano preteso garanzie prima del via libera al nuovo pacchetto di aiuti da 130 miliardi di euro.
INTESA STORICA MA CI SONO RISCHI. Soddisfazione per l’accordo da parte di Atene. “Non è un’esagerazione dire che oggi è una giornata storica per l’economia della Grecia”, ha detto il premier greco Lucas Papademos al termine dell’incontro dell’Eurogruppo. Papademos era arrivato a sorpresa a Bruxelles domenica per affiancare il ministro delle Finanze greco Evangelos Venizelos. Senza i nuovi aiuti la Grecia sarebbe andata in default a marzo, visto che il 20 marzo scade il pagamento di bond del valore di 14,5 miliardi. “Non è un programma facile, ma ambizioso”, ha commentato la direttrice del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde, sottolineando il rischio significativo che l’economia greca non cresca quanto i creditori internazionali si aspettano. Giudizio positivo dal ministro delle Finanze francese Francois Baroin. “È un accordo molto buono nel senso che è spartito equamente”, ha detto. “I greci hanno fatto i loro sforzi. Gli europei stanno giocando il loro ruolo di sostegno, in quanto creditori, e il settore privato va oltre quanto ci si poteva aspettare”, ha spiegato Baroin.
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