Roma, 23 giu. (LaPresse) – Tornano i cibi da spiaggia con un italiano su tre (32%) che in vacanza si cucina da solo, una percentuale quasi doppia rispetto allo scorso anno quando erano appena il 19%. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base di una indagine Swg il nel sottolineare che si tratta di uno degli effetti della crisi che favorisce vacanze brevi e al risparmio con il numero dei vacanzieri che si prepara da mangiare da solo che supera per la prima volta negli ultimi cinque anni il numero di quelli che si recano nel ristorante dell’albergo o della pensione in cui pernottano (28 per cento). In calo è anche – continua la Coldiretti – il numero di coloro che si reca in trattoria o pizzeria (19%) o nei bar e fast food (8%) mentre invece aumentano rispetto allo scorso anno quanti approfittano di parenti e amici (5%), a dimostrazione dell’importanza della solidarietà familiare nel momento della crisi.
Con la è crisi tornano dunque i cibi da spiaggia preparati a casa e spesso consumati con comodo in riva al mare, nelle piazze delle città d’arte o all’ombra delle pinete. Tra i piatti più gettonati – sottolinea la Coldiretti – i classici panini ma anche l’insalata di riso, le frittate, la caprese, le paste fredde, la cotoletta e il tradizionale prosciutto e melone, il tutto con una abbondante razione di frutta. L’acquisto degli ingredienti per la preparazione dei pasti sempre più spesso avviene nei mercatini che si moltiplicano nelle località di vacanza come la rete di vendita degli agricoltori di campagna amica dove è possibile acquistare senza intermediazioni prodotti freschi di largo consumo ma anche specialità tipiche del territorio particolarmente richieste in vacanza.
Per quanti non vogliono rinunciare al ristorante il rischio “tarocco” è però in agguato con i menù acchiappaturisti che si moltiplicano lungo tutta la penisola. Il rischio “tarocco” riguarda tutte le località più turistiche dove è bene tenersi alla larga – precisa la Coldiretti – dai ristoranti che offrono ricette “violentate” come la cotoletta alla milanese preparata con carne di pollo o maiale, fritta nell’olio di semi al posto della carne di vitello fritta nel burro e fuggire rapidamente di fronte ad una locanda romana che offre spaghetti alla carbonara con prosciutto cotto al posto del guanciale e formaggio grattugiato al posto del pecorino romano. Tra i piatti più traditi nella costiera amalfitana ci sono – continua la Coldiretti – la tipica caprese servita con formaggio industriale al posto della mozzarella di bufala o del fiordilatte mentre in quella ligure non mancano i casi di pasta al pesto proposta con mandorle, noci o pistacchi al posto dei pinoli e con il formaggio comune che sostituisce l’immancabile parmigiano reggiano e il pecorino romano. Un inganno che colpisce anche la tradizione siciliana con la pasta alla norma preparata spesso con semplice formaggio grattugiato al posto della ricotta salata. Ma tra i falsi culinari più spacciati lungo tutta la penisola durante l’estate figurano anche – conclude la Coldiretti – il tiramisù con la panna al posto del mascarpone e gli spaghetti alla bolognese, una invenzione per stranieri completamente sconosciuta nella città emiliana.
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