Roma, 8 ott. (LaPresse) – No a misure correttive sulla riforma delle pensioni che “se non adeguatamente comprese anche in sede internazionale, potrebbero avere l’effetto di compromettere gli sforzi di stabilizzazione finanziaria sin qui profusi”. Lo scrive il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, in una lettera inviata lo scorso 7 agosto a Silvano Moffa, presidente dell’undicesima commissione di Montecitorio, impegnata nell’esame di una proposta di legge per estendere la platea degli esodati da salvaguardare attraverso alcune deroghe alla riforma delle pensioni. Nella missiva, Fornero sconsiglia ai gruppi parlamentari l’adozione di misure “non adeguatamente ponderate” e chiede il rinvio del provvedimento “di circa un mese”. La proposta di legge, approvata all’unanimità in commissione lo scorso giovedì, è approdata oggi pomeriggio nell’aula della Camera per la discussione generale. Tra i punti principali, l’introduzione di alcuni ‘scalini’ per consentire ai lavoratori di 58 anni di andare in pensione con 35 anni di contributi fino al 2017, ma anche più esodati da tutelare, con una copertura finanziaria di quasi 5 miliardi di euro, dal 2013 al 2019, attraverso una tassazione maggiore dei giochi online.

Una copertura, tuttavia, sulla quale non si è espressa ancora la commissione Bilancio, il cui parere è vincolante, visto che la Ragioneria generale dello Stato non ha fatto pervenire la relazione tecnica. Il Pd insiste e il suo capogruppo in commissione Lavoro a Montecitorio, Cesare Damiano, sottolinea la discrasia tra i risparmi previsti dalla riforma delle pensioni con l’abolizione delle quote di anzianità, pari a 12 miliardi fino al 2018, e le risorse utilizzate dal governo per la tutela di 120mila esodati (9,1 miliardi). “Per noi – sottolinea Damiano – la copertura è efficace, se non va bene se ne trovino altre e il governo faccia le sue proposte. Noi pensiamo che tutto quello che si risparmia tra legge di stabilità e spending review ‘uno’ e ‘due’ non debba necessariamente andare alla diminuzione del debito”. Il pressing dei partiti non sorbisce, tuttavia, l’effetto sperato. Nel corso della replica del governo in aula, il viceministro del Lavoro, Michel Martone, sottolinea che “è necessario effettuare sforzi ulteriori, in piena collaborazione con il parlamento”.

“Si auspica – sottolinea Martone – che il parlamento e il governo possano individuare, in modo concorde, un numero adeguato di interventi, dotati di copertura finanziaria altrettanto adeguata, volti al superamento di alcune problematiche di indubbio rilievo sociale, che sono certamente all’attenzione del governo”. Gli ulteriori interventi, tuttavia, spiega il viceministro, “dovranno, da un lato, mantenere l’impianto di fondo della recente riforma pensionistica sulla quale, per i princìpi di equità e rigore che l’hanno ispirata, si è consolidato un ampio consenso parlamentare e, dall’altro lato, muoversi in un quadro di complessiva sostenibilità finanziaria”.

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