Bruxelles (Belgio), 19 ott. (LaPresse/AP) – Si è conclusa a tarda notte a Bruxelles la riunione del Consiglio europeo e i leader sono riusciti a raggiungere un accordo sulla supervisione bancaria. Come anticipato ieri sera da fonti della diplomazia tedesca, l’intesa prevede di stabilire le basi legali entro il primo gennaio e poi passare alla applicazione “nel corso del 2013”. Parlando al termine del lungo incontro il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha detto che la vigilanza bancaria dell’eurozona sarà “probabilmente” in funzione nel 2013. Non c’è dunque chiarezza su quando precisamente si raggiungerà la piena operatività, ma interesserà tutte le seimila banche della zona euro. “Non è che se voti una legge il giorno dopo hai immediatamente in funzione tutto il quadro logistico”, ha sottolineato Van Rompuy.

Si tratta di un compromesso tra le posizioni di Francia e Germania. Parigi spingeva per avere tutte le seimila banche dell’eurozona sotto la supervisione dell’organo europeo di controllo entro la fine di quest’anno; Angela Merkel, invece, provava a mettere a freno questo piano. Dunque François Hollande ha ottenuto che venissero inserite tutte le seimila banche, mentre la Merkel ha ottenuto una tempistica non stringente. Nonostante l’assenza di scadenze, Hollande ha dichiarato vittoria sostenendo che il supervisore potrebbe essere in piedi e in funzione già entro settimane o mesi dopo il primo gennaio. Nel vertice Ue di giugno era stato stabilito che, una volta che la supervisione sarà in vigore, le banche in difficoltà potranno attingere al denaro del fondo Esm. “Abbiamo bisogno di un supervisore efficiente, altrimenti i mercati non ci prenderanno sul serio”, ha detto Angela Merkel dopo il meeting.

Il dibattito sulla vigilanza bancaria europea è stato particolarmente intenso anche per via dei Paesi Ue che non fanno parte di Eurolandia, nervosi perché temono che il nuovo sistema possa far apparire le banche dell’eurozona così sicure da attirare in maggior misura gli investitori. Questi Paesi sono inoltre preoccupati che i membri della zona euro voteranno come gruppo sulle regole che invece interesseranno tutti i Paesi Ue.

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