Roma, 1 nov. (LaPresse) – “In Italia le statistiche in agosto hanno sorpreso all’insù, ma il clima di fiducia rimane ai minimi e il ‘meno peggio’ estivo può tradursi in una flessione più marcata in autunno, complice il deterioramento nel resto della Ue. Tuttavia, la caduta della domanda interna è stata così violenta da creare spazi per un rimbalzo e l’indice anticipatore Ocse predice la graduale attenuazione della riduzione del Pil nei prossimi trimestri. Il quadro resta, da tempo ormai, condizionato dalle incognite sulla composizione del Parlamento che uscirà tra pochi mesi dalle elezioni. Le turbolenze non sono finite”. E’ quanto scrive il centro studi di Confindustria nella congiuntura flash di ottobre.

L’attività industriale, si legge nel documento di Confindustria, è stimata diminuire dello 0,6% in ottobre, dopo il calo di settembre (-1,0%) che ha corretto il rimbalzo anomalo di agosto (+1,7%). L’incremento del terzo trimestre (+0,2% sul secondo) è il primo da un anno. Il quarto parte con un’eredità negativa (-0,7%). L’anticipatore Ocse per l’Italia descrive una contrazione del Pil fino a inizio 2013 minore rispetto ai precedenti trimestri. È diminuito in agosto dello 0,04% (-0,07% in luglio), continuando lungo un trend di graduale contenimento della riduzione, iniziato nel 2° trimestre 2011.

“Le prospettive – scrive Confindustria – sono sfavorevoli”. Le attese di produzione Istat tra le imprese manifatturiere sono rimaste in ottobre sui livelli di metà 2009 (-6 da -7). Gli ordini del Pmi manifatturiero sono saliti in settembre a 43,0 (da 41,5) ma segnalano diminuzione da 16 mesi; quelli nei servizi sono a 42,1 (da 44,2), in area di calo da maggio 2011.

Ma l’Italia non è l’unica a subire il peso dell’incertezza politica. “L’economia globale – sottolineano gli industriali – rimane debole. Patisce l’incertezza politica, anzitutto europea, nella gestione della crisi, in cui ora si sommano gli aggiustamenti dei bilanci privati e quelli dei conti pubblici, che comprimono disponibilità di credito e domanda di famiglie e imprese”.

“I dati congiunturali – continua Confindustria – hanno confermato lo scenario delineato dal centro studi Confindustria a metà settembre, compresi i benefici e i limiti ineludibili dell’innovativo strumentario della Bce. La principale fonte di instabilità rimane l’Eurozona, dove gli indicatori qualitativi mostrano un peggioramento della recessione nel trimestre in corso; i passi avanti istituzionali compiuti hanno nettamente ridotto il rischio di dissolvimento della moneta unica, ma non bastano a rompere il circolo vizioso ‘recessione-restrizione di bilancio-banche selettive’, benché nel 2013 l’impatto delle manovre sarà un po’ meno duro; perciò un buon pezzo di quel rischio rimane negli spread e nei livelli dei tassi pagati da alcuni paesi e ne acuisce le difficoltà. Un’altra causa di indecisione è costituita dall’esito delle presidenziali Usa, per le ricadute che avrà sulle scelte di bilancio pubblico e, più in là, della Fed; però, il solido recupero del settore residenziale crea una rete di sicurezza. Nelle economie emergenti la frenata si è esaurita e lascerà il posto, specie in Cina, a una fase di rilancio. La stagnazione, tendente alla flessione, del commercio mondiale sintetizza il contesto esterno sfavorevole”.

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