Roma, 20 nov. (LaPresse) – Oltre la metà dei pensionati italiani, pari a 7,2 milioni, beneficia di un assegno inferiore ai mille euro al mese. Il dato emerge dal bilancio sociale 2011 dell’Inps, presentato oggi al Cnel, a Roma, alla presenza dei vertici dell’istituto e del ministro del Lavoro, Elsa Fornero. I pensionati che non raggiungono la soglia dei mille euro mensili sono il 52% del totale: il 35% riceve un trattamento tra i 500 e i mille euro al mese, a cui si somma un 17% che non raggiunge la soglia dei 500 euro. E’ pari, invece, al 24% del totale, il numero di coloro che hanno un reddito da pensione tra i mille e i 1.500 euro al mese, mentre il 2,9% supera i tremila euro. Dai dati del bilancio emerge, inoltre, che le nuove domande per le pensioni di vecchiaia e anzianità hanno toccato il minimo storico nel 2011, attestandosi a 360.335, per effetto del blocco seguito all’introduzione della cosiddetta finestra mobile.
L’Inps spiega che fino al 2010 “poteva accedere alla pensione anche una quota di lavoratori che maturavano i requisiti di età e contribuzione nello stesso anno della decorrenza”. Dal primo gennaio 2011, invece, nessun lavoratore ha potuto accedere alla pensione nello stesso anno di raggiungimento dei requisiti selettivi, dato che la finestra mobile prevede un differimento della decorrenza di 12 mesi o 18 mesi. Da qui, quindi, il calo delle domande per le pensioni di vecchiaia e anzianità. Per quanto riguarda l’importo delle pensioni, l’assegno medio per le pensioni di vecchiaia ammonta a 649 euro, mentre per quelle di anzianità l’importo è pari a 1.514 euro. Resta ampio il divario di genere: il valore medio di una pensione di anzianità maschile è di 1.595 euro mensili, mentre la stessa pensione di anzianità erogata ad una donna è pari a circa 1.165 euro. Per quanto riguarda le pensioni di vecchiaia, le donne percepiscono in media 562 euro mensili contro gli 811 euro degli uomini.
Al primo gennaio 2012, risultano percepite dalle donne solo 750mila pensioni di anzianità rispetto agli oltre tre milioni di trattamenti analoghi percepiti dagli uomini. I valori medi mensili degli assegni liquidati alle donne sono mediamente inferiori a quelli degli uomini pressoché per tutte le categorie di pensione, con l’eccezione delle prestazioni ai superstiti. Dati negativi per il potere d’acquisto delle famiglie: in calo per il terzo anno consecutivo, si è ridotto di circa 38,6 miliardi di euro, in termini reali, nel periodo 2008-2011. Complessivamente, nel triennio, la riduzione è stata del 3,8%, che sale al 5,2% rispetto al 2007. I redditi delle famiglie, nel 2011, sono calati dello 0,9% in termini reali. “I redditi primari delle famiglie – si legge – evidenziano una forte caduta nel 2009, attutita dal reddito disponibile determinatosi a seguito dell`operare delle prestazioni sociali. Il leggero incremento dei redditi primari negli anni successivi non riesce a recuperare la flessione del 2009”.
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