Dal nostro inviato Giuseppe Colombo

Siena, 25 gen. (LaPresse) – È il primo ad intervenire e le bordate non si fanno attendere: “C’è un buco di 14 miliardi” nelle casse di Mps e il suo presidente, Alessandro Profumo, è “completamente inadatto perchè indagato per frode fiscale”. Il leader del Movimento 5 stelle, Beppe Grillo, anima l’apertura dell’assemblea straordinaria della banca, a Siena, a tre giorni dalle dimissioni dell’ex numero uno dell’istituto, Giuseppe Mussari, per lo scandalo dei derivati. Il comico genovese, in camicia e giacca, irrompe nell’atmosfera blindata delle assemblee bancarie e stravolge il lessico istituzionale degli azionisti. Grillo è un fiume in piena e attacca a testa bassa Profumo: “Io vengo da Genova e conosco benissimo il dottor Profumo: era un ex casellante, si è fatto da solo, ma è completamente inadatto perchè indagato per frode fiscale, con un curriculum che potrebbe essere giusto in questa situazione”. Profumo non replica, ma il battibecco è rimandato solo di qualche minuto, quando Grillo parla del buco da 14 miliardi. Il numero uno di Monte dei Paschi ribatte: “Qui non c’è nessun buco, poi ci dice dove ha preso questi dati”. Pronta la controreplica: “Ora vediamo. C’è un buco notevole: se non saranno 14 miliardi saranno otto”. L’attenzione mediatica è tutta per il leader di M5S e il suo arrivo alla sede della banca di viale Mazzini si trasforma nel tradizionale comizio improvvisato con telecamere e taccuini: “Mps – dice – è come Parmalat e la Tangentopoli di Craxi insieme. Il danno che hanno fatto é questo passaggio, con cui il partito diventa banca e la banca diventa partito”. Nel mirino di Grillo ci sono i Ds e il Pd, i cui segretari, dal ’95 in poi, devono “dare risposte” e per questo è necessaria una “commissione d’inchiesta”. Non risparmia Mussari, definito “il nuovo Lusi della situazione, il nuovo Fiorito”, che non è in grado “di fare un bonifico”, anche se non lo vorrebbe in galera perchè è solo “una pedina”. Il burattinaio dello scandalo dei derivati, secondo Grillo, è la politica, e in particolare i Democratici, che hanno “disintegrato una delle banche più belle”, portandola allo “scempio totale”. L’invettiva si abbatte anche su chi, secondo il comico genovese, non ha saputo controllare: l’ex governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, la Consob, e il capo della vigilanza di palazzo Koch, Anna Maria Tarantola. La platea segue con attenzione le parole di Grillo e lo applaude due volte, soprattutto quando dice che “i soldi non devono essere tirati fuori con l’Imu”. C’è spazio anche per la ricetta in grado di salvare Mps: “Serve la nazionalizzazione. In Parlamento introdurremo proposte che portino alla nazionalizzazione di questo partito-banca e degli altri partiti-banca”. “Le banche – continua – torneranno con noi ad essere di diritto pubblico perché una banca deve esercitare il diritto pubblico sul territorio, com’era prima. Se vuoi fare una finanziaria, stacchi, e fai un altro tipo di istituto. Basta banchieri con i soldi degli altri”. E nel suo intervento, durato 43 secondi in meno rispetto ai dieci minuti previsti, non mancano le battute da comico: “Io – dice – ho delle azioni che mi sono state date ieri. Ho perso trenta euro”.

Poi, rivolgendosi a Profumo, aggiunge: “Lei capisce che a Genova trenta euro sono importanti”. È ancora Grillo-show.

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