Cernobbio (Como), 22 mar. (LaPresse) – La crisi economica ha creato 615 nuovi poveri al giorno in Italia negli ultimi 5 anni. Il numero dei “poveri assoluti”, secondo i criteri del Misery Index, supererà, a fine 2013, i 4 milioni. La previsione è contenuta nello studio presentato dalla Confcommercio a Cernobbio. Dal 2006 al 2011 in Italia sono stati creati un milione e 120 mila nuovi poveri assoluti e “quest’area di disagio grave – si legge nel rapporto – è destinata a crescere ancora, e di molto”.
Nel 2013 il Pil italiano subirà una flessione dell’1,7%, prevede il centro studi di Confcommercio, che cinque mesi fa stimava una contrazione del Pil dello 0,8%. Nel 2014 il Pil dovrebbe registrare un incremento dell’1%. “Rispetto al 2007, picco pre-crisi, la riduzione di prodotto pro capite reale sarebbe, alla fine di quest’anno, pari al 10,7%”, spiega il direttore del centro studi, Mariano Bella. L’anno prossimo “in assenza di una (improbabile) riforma della nostra organizzazione dello stato – prosegue – del fisco e dell’economia in generale, il prodotto lordo tornerebbe a crescere soltanto poco più di un punto percentuale, una quantità insufficiente a fare recuperare al Paese quanto perduto nel 2013”.
Inoltre, spiegano ancora gli economisti di Confommercio, gli italiani lavorano più di altri cittadini Ue, come tedeschi e francesi, ma producono di meno. I lavoratori italiani sono impiegati 1.774 ore a testa, il 26% in più dei tedeschi e il 20% in più dei francesi. Per quanto riguarda il Pil per ora lavorata, i tedeschi producono il 25% in più degli italiani, i francesi quasi il 40% in più. Il report di Confcommercio fa notare anche che i lavoratori indipendenti in Italia lavorano quasi il 50% in più del dipendente medio, in totale 2.338 ore contro 1.604.
Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, dice no a un aumento dell’Iva dal 21% al 22%, e chiede invece una “rigorosa spending review” oltre al contrasto e recupero di evasione ed elusione. “Bisogna contrastare la recessione e mettere in campo scelte per la crescita e l’occupazione – ha aggiunto Sangalli – questo significa avanzare sul terreno della progressiva riduzione della pressione fiscale complessiva a arico dei contribuenti in regola” grazie alla spendign review e al contrasto all’evasione. Così si potrà “raffreddare la prospettiva di un’estate fiscalmente rovente, per l’acconto Imu di giugno, e a luglio per il debutto della Tares sui rifiuti e il possibile aumento dell’Iva, esiziale per una domanda interna già in caduta libera da diverso tempo”.
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