Roma, 9 apr. (LaPresse) – Il fatturato dello spumante italiano all’estero ha raggiunto nel 2012 il massimo storico di 624 milioni di euro per effetto di una crescita record del 14 per cento, il triplo rispetto all’intero settore vitivinicolo aumentato solo del 5 per cento, se si escludono le bollicine. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti che al Vinitaly di Verona, nel proprio stand al Centro Servizi Arena nel corridoio tra i padiglioni 6 e 7, ha esposto il meglio e il peggio dello spumante ‘Made in Italy’ nel mondo, da quello d’oro a quello degli abissi, ma anche le nuove e pericolose imitazioni come il Kressecco al Meersecco tedeschi. Lo spumante italiano è dunque – sottolinea la Coldiretti – il vero traino del Made in Italy nel mondo dove cresce sia in valore (+14 per cento) che come numero di bottiglie (+2 per cento) a differenza del vino che vede tagliate di ben il 10 per cento il numero di bottiglie esportate.

Sorprendente l’autentico trionfo fatto registrare in Francia dove – rileva la Coldiretti – lo spumante italiano ha visto una crescita del 33 per cento delle vendite in valore, ma ancora meglio è andata in Gran Bretagna, con un boom del 44 per cento. Calano leggermente, invece, le vendite in Germania (-3 per cento), proprio il paese dove si stanno diffondendo le imitazioni delle bollicine italiane. Ottimi segnali dalla Spagna, con un aumento del 66 per cento. Ma lo spumante avanza anche fuori dal Vecchio Continente, a partire dagli Usa (+15 per cento), dal Canada (+23 per cento) e dal Giappone (+55 per cento). Solo la Cina fa segnare una battuta d’arresto (-9 per cento).

Se sul mercato estero le esportazioni in quantità hanno superato nel 2012 quelle dello champagne, le bollicine Made in Italy tengono – sottolinea la Coldiretti – di fronte alla crisi a livello nazionale con un aumento delle vendite dell’1,4 per cento rispetto al crollo degli acquisti in valore di champagne del 7 per cento. Un nazionalismo frutto della crisi che – afferma la Coldiretti – spinge i consumatori a sostenere i prodotti dell’economia locale per salvaguardare redditi e posti di lavoro. Ad aumentare – precisa la Coldiretti – sono soprattutto quelli secchi come il prosecco che aumenta del 6 per cento mentre un vero boom si registra per il Muller Thurgau (+21 per cento).

A sostenere il boom degli spumanti è stata – continua la Coldiretti – la grande capacità di innovazione dei produttori italiani che hanno puntato soprattutto sulla distintività e sul legame con il territorio e la cultura locale per vincere la competizione sul mercato globale. Esempi evidenti sono esposti allo stand della Coldiretti al Vinitaly con l’abbinamento con la polvere d’oro contenuta nello spumante ‘L’Etoile’ dell’Azienda ‘La Rocchetta’ di Villongo (Bergamo). Le piccole stelle d’oro che fluttuano senza alterare profumo e gusto dello spumante non rappresentano soltanto un fatto estetico in quanto il prezioso metallo possiede virtù terapeutiche e proprietà antiossidanti. Lo spumante ‘Abissi’ dell’Azienda Bisson di Chiavari (Genova) matura invece per dodici mesi in mare a 60 metri di profondità mentre ha invece bisogno della musica per essere degustato, il vino di Claudia Adami, la più giovane ‘prosecchista’ veneta, perché dalla vendemmia all’imbottigliamento tutte le fasi della produzione sono state accompagnate dalle note di un’orchestra. Un abbinamento, quello tra il vino e la musica proposto dal ‘Nona Sinfonia’ – rileva la Coldiretti – che fa sì che ogni sorso diventi musica per il palato per una degustazione non banale, ma curata e consapevole. E’ per chi ha problemi di linea – conclude la Coldiretti – c’è anche la linea di spumanti denominati ‘Essenza zero’, realizzati dall’Azienda agricola Ricchi di Monzambano (Mantova) nel totale rispetto del metodo classico, senza zuccheri aggiunti.

Se l’Italia dello spumante conquista spazi crescenti di mercato nel mondo, crescono però parallelamente i casi di contraffazione a conferma del fatto che lo spumante italiano è il più amato, ma anche il più imitato all’estero dove sono molte diffuse ‘copie’ che mettono a rischio l’immagine del prodotto e le opportunità di penetrazione dei mercati. La Coldiretti ha esposto al Vinitaly alcuni esempi del vino ‘tarocco’ che invade il mondo come il Kressecco e il Meer-Secco realizzati in Germania, ma non mancano esempi di imitazione in tutti i continenti in Paesi come il Brasile dove è proprio il prosecco a subire maggiormente i danni del plagio.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata