Francoforte (Germania), 11 apr. (LaPresse) – La debolezza dell’attività economica dell’area euro si è protratta fino alla parte iniziale del 2013 e per la seconda parte dell’anno si prevede una graduale ripresa, grazie anche al fatto che il miglioramento delle performance dei mercati finanziari dopo l’estate 2012 “dovrebbe trasmettersi all’economia reale nonostante le recenti incertezze”. E’ quanto riporta la Bce nel suo bollettino mensile, anche se ancora soggetta a rischi a ribasso. “E’ fondamentale – scrive Francoforte – che i governi intensifichino l’attuazione di riforme strutturali a livello nazionale e rafforzino la governance dell’area euro, compresa la realizzazione dell’unione bancaria”.
Non sono però superati i rischi: in particolare, si teme “la possibilità di una domanda interna ancor più debole delle attese, nonché una lenta o insufficiente attuazione delle riforme strutturali nell’area. Questi fattori potrebbero ripercuotersi sul miglioramento del clima di fiducia e quindi ritardare la ripresa economica”. Per la Bce “le informazioni disponibili sull’accesso al finanziamento per le società non finanziarie indicano condizioni di credito restrittive, in particolare per le piccole e medie imprese in diversi paesi dell’area dell’euro”.
Un allarme è stato lanciato da Francoforte invece per quanto riguarda la disoccupazione: nel quarto trimestre del 2012 l’occupazione nell’area euro è diminuita ancora, mentre il tasso di disoccupazione ha continuato a crescere, raggiungendo livelli senza precedenti. I dati delle indagini segnalano un ulteriore calo dei posti di lavoro nel primo trimestre del 2013. Si prevede che il tasso di disoccupazione strutturale rimanga a livelli elevati o addirittura aumenti ulteriormente nel breve termine. Per il 2014, le stime della Commissione europea, dell’Fmi e dell’Ocse oscillano tra il 9 e l’11 per cento, con livelli particolarmente elevati per Paesi come Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda.
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