Bruxelles (Belgio), 3 mag. (LaPresse) – L’Italia dovrebbe uscire dalla lente di ingrandimento di Bruxelles: il deficit rispetto al Pil si attesterà al 2,9% nel 2013, per poi scendere al 2,5% l’anno prossimo a politiche invariate e considerando anche il decreto per il rimborso dei debiti della Pubblica amministrazione. A dirlo è la Commissione Ue, che ha reso note le previsioni di primavera.

Tuttavia il commissario agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, ha avvisato l’Italia che, anche se il disavanzo sotto il 3% “facilita l’uscita del Paese dalla procedura per deficit eccessivo” il nuovo governo dovrà proseguire sulla strada del consolidamento fiscale e delle riforme strutturali. “E’ importante – ha sottolineato Rehn – per la grande mole del debito pubblico”. Il commissario ha aggiunto di essere in contatto con il nuovo ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, e di attendere i dettagli sugli aggiornamenti alle misure finanziarie dell’Italia “nelle prossime settimane”.

Se infatti dal lato del deficit Bruxelles ha promosso Roma, dall’altro ha rivisto in peggioramento tutti i principali indicatori economici. La Commissione ritiene che il Pil dell’Italia calerà dell’1,3% nel 2013, per poi risalire leggermente dello 0,7% nel 2014. Bruxelles aveva previsto a febbraio rispettivamente un calo dell’1% e un incremento dello 0,8%. La disoccupazione in Italia si attesterà all’11,8% nel 2013 e al 12,2% nel 2014, contro i tassi dell’11,6% e del 12% stimati a febbraio, pur con una “stabilizzazione” l’anno prossimo. Il debito pubblico schizzerà al 131,4% nel 2013 e salirà ancora al 132,2% nel 2014. A febbraio le stime vedevano il debito pubblico italiano al 128% per quest’anno e al 127% nel 2014. Il decreto per il rimborso dei debiti della Pubblica amministrazione dovrebbe costare 2,5 punti percentuali di incremento.

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