Squinzi: Obiettivo è crescita, riforme non più rinviabili

Roma, 23 mag. (LaPresse) – “L’obiettivo deve essere uno solo: tornare a crescere”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, nel corso dell’assemblea degli industriali italiani all’auditorium Parco della musica. “Per tornare a produrre più benessere – ha sottolineato Squinzi – l’Italia deve fare leva sulla sua risorsa più importante: la vocazione industriale in tutte le sue declinazioni”. “Il manifatturiero – ha aggiunto – è il motore del nostro sistema, l’unico in grado di riattivare il resto dell’economia perché acquista beni e servizi prodotti dagli altri settori”.

“RIFORME NON PIU’ RINVIABILI”. Il numero uno di Confindustria, rivolgendosi al presidente del Consiglio, Enrico Letta, che poco prima aveva parlato dal palco agli imprenditori, gli ha rivolto “un accorato appello alla modernizzazione del Paese, alle riforme che non sono più rinviabili”.

“NORD SULL’ORLO DEL BARATRO”. “Il nord – ha puntualizzato Squinzi – è sull’orlo del baratro economico” e rischia di trascinare “il Paese indietro di mezzo secolo, escludendolo dal contesto europeo che conta”. “Abbiamo conosciuto il nord Italia come una realtà in continuo movimento e crescita, ne abbiamo vissuto le metamorfosi del tessuto imprenditoriale, dalle grandi imprese alla nascita dei nuovi protagonisti”, ha aggiunto Squinzi. “Ora – ha sottolineato – il motore di questo straordinario modello economico e produttivo batte in testa e manda chiari segnali di allarme che non possiamo lasciare cadere inascoltati se si vuole che il nostro Paese, tutto, abbia un futuro”.

“DISOCCUPAZIONE MADRE DI OGNI MALE SOCIALE”. E’ la mancanza di lavoro, per Squinzi, “la madre di ogni disagio sociale” e per questo il numero uno di Confindustria ha chiesto al governo “interventi” urgenti “per allievare la sofferenza sociale. Il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali è vitale”. Eppure, ha spiegato, “in tutta franchezza non nascondo la mia contrarietà sul modo con cui il Governo ha reperito le risorse destinate a finanziare gli ammortizzatori in deroga”. “Scelta – ha sottolineato Squinzi – che comporta il rischio concreto, segnalato al Governo, di generare altra disoccupazione”.