Melfi (Potenza), 10 giu. (LaPresse) – La procura della Repubblica di Melfi ha citato in giudizio Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli, i tre operai del sito lucano Fiat che, nella notte fra il 6 e il 7 luglio 2010, durante uno sciopero, bloccarono i carrelli robotizzati che rifornivano le linee. Barozzino attulamente è anche senatore di Sel. L’accusa per i tre è di concorso in turbativa della produzione (art. 513 c.p.) e violenza privata e la prima udienza del processo si terrà il prossimo 5 dicembre. Simone Sabattini, avvocato degli operai, due dei quali (Barozzino e Lamorte) facevano parte della Rsu della Fiom all’epoca dei fatti, ha inoltre spiegato che a giorni è prevista l’udienza della Corte di Cassazione che deciderà sulla causa di lavoro in piedi con la Fiat, che licenziò i tre operai dopo lo sciopero. Circa un mese dopo i fatti contestati il giudice del lavoro di Melfi accolse il ricorso della Fiom, disponendo il reintegro dei tre operai. L’azienda decise tuttavia di tenerli lontani dalle linee di produzione reintegrandoli solo nello stipendio. In primo grado il tribunale di Melfi diede invece ragione alla Fiat nel luglio 2011, mentre la Corte d’Appello di Potenza si espresse a favore dei tre operai.
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