Bruxelles (Belgio), 3 lug. (LaPresse) – La maggiore flessibilità di bilancio concessa dalla Ue non può in alcun modo “sforare il 3% di deficit” e derogare dalla “regola del debito” scritta nel Fiscal compact, che impone di ridurlo di un ventesimo all’anno e di lavorare per portarlo al 60% del Pil. E’ quanto si legge nella lettera inviata ai ministri delle Finanze Ue dal commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn. Un’altra condizione per la possibilità di usufruire della flessibilità è che la crescita di uno Stato membro “rimanga negativa o ben al di sotto del suo potenziale”. Le spese concesse sono “collegate alla spesa nazionale su progetti cofinanziati dall’Ue nell’ambito della politica di coesione, delle reti transeuropee (Ten) e di Connecting europe – ribadisce Rehn – con un impatto sul bilancio positivo, diretto, verificabile e di lungo periodo”. Quando non ci saranno più queste condizioni temporanee “ogni deviazione dovrà essere compensata in modo che non ci siano conseguenze sul percorso verso gli obiettivi di medio termine” come il pareggio di bilancio, conclude il commissario Ue.

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