Roma, 14 lug. (LaPresse) – “Non è solo una questione economica, è prima di tutto culturale; a internazionalizzarsi non devono essere solo le nostre aziende ma il sistema Paese; devono essere coinvolte le università, i centri di ricerca”. Così il ministro degli Esteri Emma Bonino in un’intervista a ‘Il Sole 24 Ore’ parla della sua “diplomazia della crescita” per rilanciare l’Italia. “Tra qualche giorno – annuncia il ministro – incontrerò gli addetti scientifici delle ambasciate e all’estero con il ministro Carrozza per chiedere loro aiuto. Ripartiamo da lì, guardando all’Expo di Milano”.

Ecco i 5 punti della “diplomazia della crescita” per il rilancio dell’Italia, proposta dal ministro Bonino a ‘Il Sole 24 Ore’. “Prima di tutto – dice il ministro – dobbiamo cercare di sostenere quella parte di made in Italy poco conosciuta ma di aziende di qualità; secondo: non basta sostenere l’industria che si internazionalizza ma anche commercio, artigianato, mondo cooperativo e agricoltura”. Il terzo punto è “il sostegno delle piccole imprese, rafforzando all’estero reti e filiere produttive collegate”. “Quarto: maggiore attenzione alle startup innovative e digitalizzate e all’imprese al femminile”, dice il ministro. E conclude con il quinto punto: “Internazionalizzare il sistema Italia, non solo con le imprese, con un’operazione culturale prima che economica”.

E per attrarre gli investimenti esteri, Bonino specifica che bisogna “individuare che tipo di investimenti vogliamo attrarre e da quali Paesi esteri”. “In Italia vogliamo migliorare il contesto con un pacchetto normativo facendo una ricognizione sui principali ostacoli legati all’attrazione degli investimenti e formulando i possibili incentivi”.

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