Roma, 26 ago. (LaPresse) – Il Tesoro deve rinnovare oltre 122 miliardi di euro di debito pubblico entro l’anno: dopo la pausa estiva arrivano a scadenza 74,5 miliardi di Bot, 37,8 miliardi di Btp e 10,6 miliardi di Ctz, titoli che vanno rimborsati e che richiederanno nuove emissioni da parte di via XX Settembre. Lo rileva il Centro studi Unimpresa secondo cui “si tratta di una enorme quantità di denaro per cui una eventuale crisi della maggioranza e una caduta del Governo potrebbero avere ripercussioni pericolose su spread e tassi di interesse”.

Il calendario delle scadenze dei titoli in circolazione previsto per l’ultimo quadrimestre del 2013 è intenso. Secondo l’analisi di Unimpresa, basata su dati della Banca d’Italia, a settembre scadono 30,3 miliardi di emissioni. Quasi il doppio rispetto a quelle in agenda per ottobre, quando arrivano a fine corsa 18,4 miliardi di titoli. A novembre, invece, andranno rimborsai 34,4 miliardi, mentre a dicembre si sale fino a 39,6 miliardi. Si tratta, complessivamente, di 74,5 miliardi di bot, 37,8 miliardi di btp e 10,6 miliardi di ctz. Tra settembre e dicembre non sono previste scadenze di cct. Una piccola parte dei rifinanziamenti in agenda sono già stati ‘coperti’ dal Tesoro che negli scorsi mesi ha incrementato le emissioni di titoli sfruttando un andamento dei tassi di interesse sostanzialmente favorevole. Il ministero dell’Economia, proprio per questa ragione, aveva annullato, peraltro rispettando una consuetudine, alcune aste in programma tra fine luglio e metà agosto. I titoli vanno comunque rimborsati ai sottoscrittori e a tale necessità, dunque, verrà fatto fronte laddove possibile con la liquidità precedentemente accumulata grazie alle aste ‘extra large’.

“A Parlamento e Governo, e quindi a tutti i partiti, chiediamo senso di responsabilità: la stabilità politica è decisiva sui mercati finanziari e una eventuali crisi della maggioranza, adesso, correrebbe il rischio di sprecare i risultati positivi raggiunti finora proprio sul costo delle emissioni: le speranze di ripresa economica verrebbero compromesse” è il commento del presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.

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