Roma, 27 ago. (LaPresse) – Per alcuni tipi di imprese l’applicazione della nuova Tares “sarebbe un vero e proprio salasso”, con rincari anche superiori al 300%, mentre ogni cittadino dovrebbe sostenere un aumento medio di 26 euro, “il 17,6% in più rispetto a quanto avviene con l’applicazione degli attuali tributi sui rifiuti: Tarsu e Tia2”. Lo afferma uno studio di Confartigianato, che ha calcolato l’impatto del nuovo tributo su rifiuti e servizi.

In particolare, “le attività artigiane di pizza al taglio operanti in piccoli Comuni – riporta l’analisi – subirebbero rincari del 301,1%. Non andrebbe meglio per i laboratori artigiani di pasticceria che pagherebbero il 181,7% in più. Aumenti significativi anche per i piccoli produttori di pane e pasta che nel passaggio da Tarsu a Tares sarebbero costretti a sborsare il 93,6% in più”. Secondo il presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti, si tratta di una situazione “insopportabile”. Per Merletti “gli imprenditori non possono sopportare ulteriori aumenti della pressione fiscale, né l’incertezza su tempi e modalità di applicazione dei tributi”.

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