Roma, 2 set. (LaPresse) – Un documento congiunto in tre punti affinché la legge di stabilità sia l’occasione per rilanciare l’occupazione e per mettere il tema della crescita al centro delle politiche economiche. Dal palco della Festa democratica di Genova, Confindustria e i sindacati illustrano il loro manifesto al Governo in vista del provvedimento che approderà in Parlamento in autunno. “Unità di intenti e di analisi”, afferma il leader dell’associazione degli industriali italiani, Giorgio Squinzi, per sottolineare la nuova stagione di dialogo tra le parti sociali. Sindacati e imprese insieme perché la governabilità, spiegano, “è un valore da difendere”, ma solo se si traduce in “soluzioni” ai problemi del Paese. E le soluzioni sull’Imu non sono piaciute perché, si legge nel documento, “hanno sottratto per la loro realizzazione risorse che sarebbero state meglio impiegate per misure più efficaci per il rilancio delle imprese e il sostegno dei lavoratori”. Il documento si articola in proposte che spaziano dal fisco al lavoro, dalla green economy alla spending review.
APPELLO AL GOVERNO, ORA MISURE PER CRESCITA. “Il Governo – si legge nel documento – ha più volte dichiarato l’intenzione di uscire dalla crisi puntando sul ruolo dell’industria e sul lavoro. Da adesso, quindi, ci aspettiamo iniziative governative sostanziali, coerenti con le intenzione più volte dichiarate e utili a rimettere al centro la scommessa della crescita”.
STOP TAGLI LINEARI, RIDURRE COSTI POLITICA. Occorre una spending review “diversa rispetto a quella finora attuata, non più basata su una logica di tagli lineari, che hanno colpito indistintamente tutti gli enti, quelli virtuosi e quelli inefficienti, rischiando così non solo di non eliminare le inefficienze, ma di ridurre l’efficienze di quelle parti della Pa virtuosa e scaricando i tagli su amenti di tariffe e imposte locali”, recita il testo.
FISCO ESOSO, SOFFOCA LA CRESCITA. “Un fisco esoso, complesso e incerto, che non guarda alle attività lavorative e alla competitività delle imprese, soffoca la crescita. E poca crescita significa disoccupazione, scarsa produttività, povertà”, scrivono le parti sociali. “Un fisco stabile, che non complichi la vita ai contribuenti onesti, è il presupposto essenziale per restituire attrattività al Paese ed è un obiettivo improcrastinabile, perché a costo zero per le finanze pubbliche”, sottolineano.
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