Berlino, 16 set. (LaPresse) – “La ripresa è ancora agli inizi. L’economia rimane fragile”. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, intervenendo a Berlino di fronte agli industriali tedeschi, a cui ha tracciato un quadro ancora incerto dell’economia dell’eurozona. “La disoccupazione – ha chiarito Draghi – è ancora troppo alta”. E, per l’ex governatore di Bankitalia, “l’Unione economica e monetaria ha una vasta gamma di obiettivi, ma nelle circostanze attuali la sua priorità chiave è quella di riavviare il credito all’economia reale”. Il numero dell’Eurotower ha sottolineato che “data la depressa prospettiva dell’inflazione nel medio termine, il Consiglio direttivo della Bce si aspetta che i tassi di interesse chiave rimangono ai livelli attuali o inferiori per un periodo prolungato di tempo”. Per l’inquilino di Francoforte, inoltre, “il livello del debito pubblico nell’eurozona è ancora molto alto, intorno al 95% del Pil. Questo significa che gli sforzi di consolidamento devono essere mantenuti negli anni a venire”.
“Rafforzare l’area dell’euro attraverso politiche sostenibili, una maggiore competitività e più forti istituzioni comuni è la nostra priorità per l’oggi”, ha dichiarato Draghi che ha precisato che “c’è ancora lavoro da fare” per “stabilizzare l’eurozona”. – Il numero uno della Bce ha voluto chiarire di fronte all’assise degli imprenditori tedeschi il suo concetto di competitività. “Non vedo – ha affermato – la competitività come una gara tra Paesi dell’area euro, con vincitori e vinti. Ecco perché la sfida più lungo termine è quella di aumentare la produttività ed è una sfida chiave. Mentre la riduzione delle costo delle regole aumenta la competitività solo relativamente, gli incrementi di produttività, aumentando la tendenza di crescita, possono essere in assoluto un fattore di cui beneficiano di tutti i paesi”. Tuttavia il presidente della Bce vede un’economia convalescente. La situazione nell’eurozona, ha detto, “oggi sta migliorando” e la possibilità del manifestarsi di rischi sistemici “è scesa a livelli pre-2011”. “Gli oneri finanziari – ha spiegato ancora Draghi – per la maggior parte dei governi sono tornati a più livelli sostenibili. Il livello di finanziamenti per le banche nei Paesi sotto stress è migliorato significativamente, anche se questo non si è ancora pienamente riflesso nel costo del credito”.