Roma, 30 set. (LaPresse) – Ammonta a 9,786 miliardi di euro il disavanzo finanziario di competenza dell’Inps nel 2012, risultato che tiene conto conto degli effetti della confluenza nell’istituto previdenziale dell’ex Inpdap e dell’ex Enpals soppressi a gennaio dello scorso anno. E’ quanto emerge dalla nota che annuncia l’approvazione del bilancio da parte del Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) dell’Inps. Il dato è in peggioramento di 11,083 miliardi di euro rispetto all’avanzo di 1,297 miliardi del 2011.

Il comunicato sottolinea che i rappresentanti della Uil hanno votato contro i conti dello scorso anno. Gli altri dati di bilancio evidenziano 208,076 miliardi di euro di entrate contributive, con un incremento di 57,252 miliardi (+38,0%) rispetto ai 150,824 mld dell’esercizio 2011 e 295,742 mld di euro di prestazioni istituzionali, con un incremento di 76,113 mld (+34,7%) a fronte dei 219,629 milioni del consuntivo dell’anno precedente. In particolare la spesa per prestazioni pensionistiche è risultata pari a 261,487 miliardi di euro (194,466 mld nel 2011), con un incremento di 67,021 mld di euro (+34,4%). Inoltre ammonta a 12,216 miliardi di euro il disavanzo economico di esercizio con un incremento di 9.955 milioni rispetto al disavanzo economico del 2011 (2.261 milioni). Per effetto del risultato economico di esercizio, il patrimonio netto dell’Inps al 31 dicembre 2012 risulta pari a 21,875 miliardi di euro.

“In fase di approvazione del bilancio – spiega la nota Inps – il Civ ha ribadito la necessità di effettuare una verifica della sostenibilità del sistema previdenziale e della tutela degli equilibri di bilancio, da attuarsi con un costante monitoraggio della evoluzione delle Gestioni amministrate dall’Inps e con la redazione di bilanci tecnici aggiornati”. Inoltre, evidenzia ancora il comunicato, “con riferimento alla riduzione delle spese di funzionamento previste da diversi provvedimenti legislativi che impongono all’Inps di riversare al bilancio dello Stato i risparmi realizzati, il Civ ha confermato quanto già espresso in più Ordini del Giorno, ossia che l’Istituto ha già contribuito al risanamento dei conti pubblici e non può più subire ulteriori tagli alle proprie spese di funzionamento senza compromettere la propria funzionalità e la qualità dei servizi resi”.

Infine, conclude l’Inps “in linea con le predette considerazioni, il Civ ha ribadito la necessità che le Istituzioni predispongano un intervento normativo diretto a realizzare in futuro una consistente riduzione degli oneri che attualmente sono posti a carico dell’Inps dalle norme sulla riduzione delle spese di funzionamento al fine di ripristinare, a tutela della previdenza ed assistenza pubblica, la piena funzionalità dell’Istituto”.

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