Berlino (Germania), 21 nov. (LaPresse) – La Bce “non ha agito perché vede rischi di deflazione materializzarsi nell’area dell’euro”, ma per il suo mandato sulla stabilità dei prezzi. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, intervenendo a Berlino a un convegno organizzato dalla Sueddeutsche Zeitung. Draghi ha spiegato che la Bce ha abbassato i tassi al minimo storico dello 0,25% “per ripristinare un adeguato margine di sicurezza dallo zero come prescritto dal nostro obiettivo della stabilità dei prezzi”. Draghi ha precisato che “con la ripresa che sta prendendo piede, riteniamo ancora che l’inflazione possa tornare gradualmente ai livelli inferiori ma vicini al 2%”. Il numero uno dell’Eurotower ha inoltre affermato che nell’ultimo vertice del consiglio direttivo si è discusso di tassi negativi sui depositi.
“RIPRESA PRENDE PIEDE, MA E’ DEBOLE”. L’eurozona “sta lentamente avanzando sulla strada della ripresa” e i dati più recenti “suggeriscono che, a poco a poco, la crescita economica sta di nuovo prendendo piede”, anche se “resta debole, irregolare e fragile, mentre i rischi per le prospettive economiche continuano ad essere orientati al ribasso”, ha detto il numero uno dell’istituto centrale dell’eurozona. I tassi di interesse sono bassi – ha proseguito Draghi – perché l’economia è debole. La politica accomodante è una risposta a questo, e serve a ripristinare una crescita sostenibile in un contesto di stabilità dei prezzi”. Secondo il presidente dell’Eurotower, “se dovessimo alzare i tassi in questa situazione otterremmo il solo effetto di deprimere ulteriormente l’economia”.