Prodi: Mediobanca congelò Italia, bene che patti si stanno sciogliendo

Milano, 4 dic. (LaPresse) – “Mediobanca ha messo le cose in freezer, ma le cose in freezer non si moltiplicano. Facendo così, per difendere il Paese, il Paese però non si è preparato per il futuro”. Così il due volte premier Romano Prodi, intervenendo alla presentazione di un libro sulla storia di Comit, ha rievocato come lui visse la fine degli anno ’70 e l’inizio del decennio successivo quando occupava i posti di comando dell’Iri. Logico quindi che Prodi veda con favore l’attuale tendenza a sciogliere i patti di controlli, i cosiddetti ‘salotti buoni’, di cui Mediobanca era il fulcro: “E’ positivo che si vadano sciogliendo – ha spiegato il professore – anche perché l’Italia è sempre cresciuto con l’idea di non poter affrontare le sfide troppo grandi. Invece dobbiamo avere il coraggio di misurarci col mondo, basta con l’ossessione dei recinti che finora ha impedito a molte cose di realizzarsi. Non sono troppo ottimista, sono profondamente convinto di quello che sto dicendo”. Tornando a quando le banche era spesso pubbliche, e la politica giocava un ruolo determinante, molto più di oggi, Prodi è stato molto duro: “La sparizione della grande industria italiana deve molto a quel congelamento” tra politica ed economia, ricordando come lui dalla tolla di Iri gestì la vendita di Alfa Romeo “che non poteva e non doveva andare all’Estero”, ed infatti finì alla Fiat nel 1986 nonostante le generose offerte della Ford. Le conseguenze di questo congelamento sono tutte nei numeri: “Avevamo in Italia 9 delle prime 50 aziende europee, oggi ne abbiamo due. Un bel passo avanti” ha aggiunto ironico. “Chi pecora si fa il lupo se lo mangia, dicono in Calabria” ha concluso l’ex presidente della commissione europea.