Milano, 5 dic. (LaPresse/Finanza.com) – Piazza Affari ha proseguito il trend ribassista con il Ftse Mib che ha perso l’1,75% scivolando sotto la soglia dei 18.000 punti (precisamente a 17.993 punti). A pesare questa settimana i timori degli investitori di un inizio anticipato del tapering da parte della Federal Reserve. Timori alimentati dagli ultimi dati macro statunitensi. Oggi pomeriggio la seconda lettura del Pil Usa del terzo trimestre ha evidenziato una crescita del 3,6% rispetto al +2,8% della rilevazione preliminare. Le attese erano per un aumento del 3% e si tratta dell’incremento maggiore dal primo trimestre del 2012. Domani quindi sarà grande l’attesa per i dati sul mercato del lavoro di novembre. Nell’Eurozona la Bce ha lasciato invariati i tassi al minimo storico dello 0,25% e il governatore Mario Draghi ha ribadito che rimarranno a lungo su questi livelli. Riviste al ribasso le stime sull’inflazione: nel 2013 i prezzi al consumo dovrebbero attestarsi all’1,4% e nel 2014 all’1,1%. Il Pil dovrebbe mostrare una contrazione quest’anno dello 0,4% per poi crescere dell’1,1% nel 2014.
Non si è arrestata la caduta del Banca Monte dei Paschi che oggi ha ceduto il 3,17% a 0,168 euro. Il titolo risente dell’incertezza in vista dell’assemblea del 27-28 dicembre che dovrà approvare l’aumento di capitale da 3 miliardi di euro. Ieri Il Sole 24 Ore aveva scritto che la Fondazione starebbe provando a cedere una quota o l’intera partecipazione in suo possesso in Mps. A poco è servita la smentita dell’ente di Palazzo Sansedoni che ha dichiarato di non aver avviato alcuna cessione di azioni ordinarie Mps e di denetere il 33,5% del Monte. In negativo anche gli altri titoli del comparto bancario: Intesa SanPaolo ha ceduto il 3,42% a 1,664 euro, Unicredit il 2,50% a 5,07 euro, Ubi Banca l’1,99% a 4,724 euro, Popolare di Milano il 3,12% a 0,418 euro, Banco Popolare il 2,51% a 1,322 euro. Tra i finanziari male anche Generali (-1,82% a 16,22 euro) dopo che gli azionisti di Generali Deutschland Holding nel corso dell’assemblea straordinaria hanno approvato la procedura di ‘squeeze out’ richiesta dalla compagnia triestina.
Tra i peggiori di seduta Fiat, che ha perso il 3,71% a 5,455 euro, e Mediaset, che ha lasciato sul parterre l’1,90% a 3,10 euro. Male Telecom Italia (-2,63% a 0,667 euro): dopo la salita di Telefonica nel capitale di Telco, la holding che controlla Telecom Italia, l’Antitrust brasiliano ha deliberato che il gruppo spagnolo dovrà uscire da Tim Brasil oppure trovare un partner per la sua controllata carioca Vivo. Tra i migliori invece figurano Fondiaria-Sai, che ha guadagnato il 2,32% a 1,938 euro, e Autogrill, che ha mostrato un progresso dell’1,52% a 6,01 euro.
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