Roma, 5 dic. (LaPresse) – Il 29,9% della popolazione italiana, pari a 18,2 milioni di persone, era a rischio di esclusione sociale o povertà nel 2012. E’ quanto emerge dagli ultimi dati disponibili di Eurostat. Peggio, nelll’eurozona, fa solo la Grecia, dove il 34,6% dei cittadini era a rischio povertà lo scorso anno. In Italia, nel 2011, la percentuale di popolazione in difficoltà era pari al 28,2% e, nel 2008, al 25,3%. L’istituto statistico europeo rileva che in Italia, nel 2012, il 19,4% della popolazione era a rischio povertà dopo i trasferimenti sociali, il 14,5% era “materialmente svantaggiato in modo grave” e il 10,3% erano persone fino a 59 anni in famiglie “a bassa intensità di lavoro”. Si tratta delle tre condizioni considerate da Eurostat per classificare un individuo come a rischio povertà o esclusione sociale. Nel complesso dell’Ue c’erano lo scorso anno 24,5 milioni di persone a rischio, ovvero il 24,8% della popolazione, rispetto alle percentuali del 24,3% del 2011 e del 23,7% del 2008. Tra i singoli Paesi, mostrano le situazioni più difficili Bulgaria (49%), Romania (42%), Lettonia (37%) e Grecia (35%), mentre gli Stati membri dove i cittadini rischiano meno sono Paesi Bassi e Repubblica Ceca (entrambi 15%), Finlandia (17%), Svezia e Lussemburgo (entrambi 18%). In Spagna la parte di popolazione a rischio è del 28,2%, in Portogallo del 25,6%.
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