Milano, 11 dic. (LaPresse/Finanza.com) – Piazza Affari ha chiuso in ribasso in scia alla debolezza di Wall Street dove aumentano i timori per un inizio anticipato del tapering da parte della Federal Reserve. L’appuntamento clou è fissato per la settimana prossima quando si riunirà il Fomc, il braccio monetario della Banca centrale Usa. Questa mattina il Tesoro ha collocato 5,5 miliardi di euro di Bot a 12 mesi con un rendimento in lieve rialzo rispetto ai minimi storici. Sul secondario lo spread Btp-Bund è rimasto sotto la soglia dei 225 punti base, livello minimo dal luglio 2011, mentre a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha ceduto l’1,44% a 17.973 punti. Questa mattina il premier Enrico Letta ha dichiarato in Parlamento che l’obiettivo per il 2015 è una crescita pari al 2%, mentre per il prossimo anno è previsto il ritorno del segno più davanti al Pil.
Tonfo di Mediolanum (-6,85% a 5,98 euro) che ha pagato la cessione di una quota del 5,61% da parte di Fininvest. Unicredit Bank AG, in qualità di ‘Sole Bookrunner’, ha collocato complessive 41.300.000 azioni ordinarie di Mediolanum, pari al 5,61% del capitale sociale ad un prezzo finale pari a 6,12 euro per azione con un incasso netto da parte di Fininvest pari a circa 253 milioni di euro. Seduta decisamente negativa anche per Telecom Italia che ha lasciato sul parterre il 3,25% a 0,67 euro. Eni ha perso il 2,12% a 16,59 euro in scia alla bocciatura arrivata questa mattina da Deutsche Bank. Gli analisti della banca tedesca hanno tagliato il giudizio sul colosso petrolifero a hold dal precedente buy abbassando il target price a 129 euro da 20 euro. “Dopo le difficoltà riscontrate nel 2013, continuiamo a notare incertezze sulla visibilità e rischi per gli utili”, hanno spiegato gli esperti. Le vendite hanno colpito il comparto bancario: Popolare di Milano ha ceduto l’1,86% a 0,422 euro, Mediobanca il 2,29% a 5,98 euro, Ubi Banca l’1,28% a 4,772 euro, Intesa SanPaolo l’1,35% a 1,677 euro, Unicredit l’1,35% a 5,11 euro. In negativo anche il Mps (-1,16% a 0,17 euro) dopo due sedute positive in scia all’ipotesi di uno slittamento dell’aumento di capitale da 3 miliardi di euro, che dovrà essere approvato dall’assemblea del 27-28 dicembre. Questa mattina gli analisti di Credit Suisse hanno ridotto le loro stime sulla banca senese per il periodo 2014-2017 di circa il 15%. Il broker svizzero prevede che il Monte raggiunga il breakeven nel 2014 e vede utili in crescita a 186 milioni nel 2015 (355 milioni la stima indicata in precedenza), a 531 milioni nel 2016 (da 586 milioni) e a 788 milioni nel 2017 (da 900 milioni).
Seduta difficile anche per Diasorin (-2,81% a 32,83 euro) dopo che il London Stock Exchange, a cui fa capo Borsa Italiana, ha reso noto che dal prossimo 23 dicembre Diasorin e Parmalat usciranno dall’indice Ftse Mib per far spazio all’ingresso di Yoox. Di contro sul Ftse Mib ha viaggiato in controtendenza Ferragamo che ha mostrato un progresso dello 0,14% a 28,28 euro. World Duty Free (invariata a 8,50 euro) è finita sotto la lente di Nomura. Gli analisti della casa d’affari giapponese hanno avviato la copertura sul titolo WDF con giudizio buy e target price a 9,40 euro. Il broker ha ricordato che di recente la famiglia Benetton ha ridotto la sua quota di circa il 9% e ha fatto sapere di essere disposta a diluirsi intorno al 30% per creare valore attraverso aggregazioni. “Pensiamo che gli investitori useranno ogni momento di volatilità dalle notizie di breve termine per accumulare le loro posizioni sul titolo”, ha scritto Nomura.
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