Roma, 2 gen. (LaPresse) – Torna il segno più per il mercato dell’auto italiano. Stando ai dati diffusi dal Ministero dei Trasporti, la Motorizzazione ha immatricolato in dicembre 88.705 autovetture, con una crescita dell’1,40% rispetto allo stesso mese del 2012, durante il quale ne erano state immatricolate 87.480. A novembre erano state invece immatricolate 102.594 autovetture, con un calo del 4,17% su base annua. Nell’intero 2013 le nuove immatricolazioni segnano invece una contrazione a 1.303.534 autovetture, pari a un calo del 7,09% rispetto al 2012.

PER FIAT VENDITE -2,6% IN DICEMBRE. Fiat Group Automobiles ha immatricolato a dicembre in Italia 24.809 auto, con un calo del 2,62% rispetto alle 25.476 dello stesso mese del 2012. Nell’intero 2013 il gruppo registra un calo delle immatricolazioni del 9,94%, a 373.771 vetture contro le 415.046 dell’anno precedente. La quota di mercato del Lingotto è calata al 27,97% di dicembre 2013 dal 29,12% dello stesso mese del 2012. Nell’intero anno appena concluso, la quota di mercato del gruppo Fiat-Chrysler ha registrato una limatura al 28,67% dal 29,58% del 2012. Nel solo novembre 2013 il Lingotto aveva registrato in Italia una quota di mercato del 27,19%, con una flessione annua delle immatricolazioni del 12,33%.

UNRAE: SI CHIUDE ANNO DIFFICILE. “Si chiude un anno di grandi difficoltà nel quale non si sono riusciti a definire interventi significativi di rilancio del settore auto come la riduzione della pressione fiscale su famiglie ed imprese e sul recupero dell’occupazione, in particolare quella giovanile”. Lo afferma Massimo Nordio, presidente dell’Unrae, l’Associazione delle Case automobilistiche estere in Italia, commentando i dati di vendita in dicembre e nel 2013. “Tuttavia – prosegue Nordio – il Ministero dello Sviluppo economico ha attivato una Consulta Permanente dell’Automotive che nel 2014 avrà la responsabilità di affrontare in chiave sistemica i problemi del settore”. L’ultimo mese dell’anno chiude con un leggero segno positivo (+1,4% e 88.705 vetture vendute) dopo 42 mesi di difficoltà, continua Nordio, “ma potrebbe trattarsi di un’inversione tecnica legata ad un giorno lavorativo in più e ad un confronto con un dicembre 2012 molto pesante (-22%)”.

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