Torino, 5 feb. (LaPresse) – Si arena la trattativa tra Fiat e sindacati firmatari per il rinnovo del contratto degli oltre 80 mila lavoratori del gruppo. Si è concluso con un nulla di fatto il tavolo di oggi all’Unione industriale di Torino. L’azienda ha ribadito che non intende concedere aumenti salariali per l’andamento ancora difficile del mercato dell’auto e per il ricorso alla cassa integrazione. Dall’altra parte Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri hanno comunicato la loro indisponibilità a sottoscrivere un contratto che non preveda un aumento delle retribuzioni. Nei prossimi giorni i sindacati terranno assemblee negli stabilimenti del gruppo Fiat. “Abbiamo riscontrato una distanza molto rilevante e abbiamo di fatto sospeso la trattativa – afferma il segretario nazionale della Fim, Ferdinando Uliano – ci sarà un incontro tra le segreterie dei sindacati cosiddetti firmatari la prossima settimana, per assumere una posizione comune da proporre poi ai lavoratori nelle assemblee. Se l’azienda non si presenterà nelle prossime settimane con una posizione diversa, i lavoratori devono essere pronti ad aprire una fase di conflittualità. Gli aumenti del 2014 devono arrivare entro maggio, quando sarà presentato il piano del gruppo, mentre per il 2015 possiamo attendere fino a giugno”. “Sull’aspetto normativo – ha spiegato ancora Uliano – il lavoro è in gran parte concluso, mancano solo alcune questioni da finalizzare”.
ZANONATO: QUESTIONE ITALIA NON RISOLTA. Le questioni sui problemi occupazionali di Fiat “sono ancora senza risposta”, ha affermato intanto il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, nel corso del question time alla Camera. Zanonato ha precisato che l’obiettivo è che, indipendentemente da dove si situi la sede, rimanga in Italia la sede produttiva di primaria importanza” di Fiat “e il centro dello sviluppo di nuove produzioni e di nuove competenze”.