Cernobbio (Como), 21 mar. (LaPresse) – L’ufficio studi di Confcommercio, in occasione dell’annuale forum che si svolge da oggi a domani a Cernobbio, ha stilato un rapporto dal titolo ‘Economia e spesa pubblica’ da cui emerge che quest’anno il Pil dovrebbe aumentare dello 0,5% per poi salire allo 0,9% nel 2015. I dati sui consumi, basati su uno studio di quelli dell’Istat, sono meno ottimistici, infatti secondo Confcommercio la spesa delle famiglie nel 2014 sarà invariata e crescerà dello 0,7% nel 2015. Sul fronte della pressione fiscale invece, secondo Confcommercio il valore resterà del 44,1% e scenderà al 43,9% nel 2015. Cala l’occupazione mentre sale il reddito disponibile (+0,2%). Questo lo scenario di base ipotizzato dal centro studi, che però vira di 180 gradi laddove dovessero essere immessi dal Governo 12 miliardi a favore delle famiglie. In questa somma secondo Confcommercio confluiscono i famosi 80 euro al mese di detrazione Irpef per redditi sotto i 1.500 euro più altre misure. Se nell’economia reale fosse immessa questa liquidità le previsioni di Confcommercio vedono la pressione fiscale scendere al 43,2%, ed i consumi crescerebbero dello 1% rispetto alla variazione nulla prevista finora per il 2014, e la crescita del Pil salirebbe dello 0,3% al +0,8%. Una goccia nel mare secondo Confcommercio, secondo infatti il reddito disponibile pro capite, attualizzato al 2014, dal 2007 ad oggi è passato da 20.018 euro a 17.385 euro previsti per il 2015. L’impatto di questa discesa è stato tutto sui consumi, che nello stesso periodo sono passati da 17.501 euro a 15.799 euro del 2015. I cali sono stati rispettivamente del 13,2% e del 9,7% dal 2007 al 2013. Casa e sanità le uniche voci per cui la spesa è salita: +2,7% e +3,1%. Crollano invece trasporti -23,2%, mobili e elettrodomestici -13,9%. In generale i consumi delle famiglie si sono ridotti del 7,6%.
SANGALLI: GOVERNO IN GIUSTA DIREZIONE. La crisi “ha lasciato un’Italia più povera, davvero più povera. E’ evidente che, in questo scenario, nonostante le prime misure annunciate dal Governo nei giorni scorsi vadano nella giusta direzione, non c’è spazio per il facile ottimismo. Sarà un anno di transizione, un anno di convalescenza, in cui il Paese è debole e va scongiurato il pericolo di una grave ricaduta”.
“DA SPENDING REVIEW SU REGIONI 82,3 MLD”. Secondo l’Ufficio studi di Confcommercio, “ci sono ancora evidenti spazi per ulteriori riduzioni della spesa nominale a fronte di ancor più ampi spazi di recupero di efficacia nella fornitura di beni e servizi pubblici. Insomma, si può migliorare il livello di servizio a costi decrescenti”. Per dare conto delle distanze nella spesa regionale, spiega l’organizzazione, si può immaginare di moltiplicare per tutta la popolazione italiana la spesa pro capite della Lombardia e confrontare il risultato con la spesa attuale: si risparmierebbero più di 82,3 miliardi di spesa pubblica per consumi finali.
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