Roma, 2 apr. (LaPresse) – Dieci priorità per un’Europa della crescita e meno improntata al rigore. Così Confindustria intende “contribuire attivamente al rilancio del progetto europeo” in vista del voto di maggio che aprirà un nuovo ciclo istituzionale. Le indicazioni sono contenute nel documento programmatico ‘Per un’Europa della crescita’, presentato oggi dal presidente di viale dell’Astronomia, Giorgio Squinzi, e che sarà consegnato alle forze politiche italiane perché “selezionino candidati all’altezza del ruolo che andranno a ricoprire e delle sfide che saranno chiamati ad affrontare”. Per Confindustria “siamo ancora di fatto un’Europa incompiuta” e le “risposte tardive e inadeguate alla crisi hanno alimentato la delusione e lo scontento, sfociati in un diffuso euroscetticismo che rischia di prendere il sopravvento”.
Il primo punto indicato dagli industriali italiani è andare “oltre il dogma dell’austerità” attraverso “politiche economiche e fiscali che incidono sulla competitività”, questo rinegoziando anche i margini del Patto di Stabilità. Il secondo punto riguarda la necessità di “ridare slancio al progetto” con un “Patto europeo per l’industria, un vero e proprio Industrial Compact”, che sia capace di “sostenere il rilancio dell’economia e di puntare all’obiettivo del 20% del Pil come quota dell’industria entro il 2020”.
La terza priorità riguarda la necessità di politiche ambientali “realistiche” che siano “accompagnate da attente valutazioni dei costi complessivi, solide analisi dei costi e dei benefici e da una considerazione approfondita dello scenario globale”. Per la competitività delle imprese europee, ritiene viale dell’Astronomia al quarto punto, “è essenziale integrare” i fondi per ricerca e sviluppo e “intensificare la cooperazione tra università, centri di ricerca e imprese, incoraggiare il trasferimento al mercato dei risultati della ricerca”.
La quinta priorità è “promuovere la competitività delle Pmi“, mentre la sesta ritiene fondamentale “riportare il manifatturiero al centro della programmazione dei Fondi strutturali” europei. Inoltre, viene sostenuto da Confindustria al settimo punto, bisogna agire per rimuovere gli “ostacoli” al mercato unico e “garantire un’effettiva libera circolazione di beni, servizi, persone e capitali”, includendo l’obbligatorietà dell’indicazione di orgine ‘Made In’ sui prodotti di consumo.
Ancora, nel documento illustrato da Squinzi si legge che “occorre realizzare connessioni migliori nel traffico merci e dati, realizzando le infrastrutture previste nel programma TEN-T e dando rapida attuazione all’Agenda Digitale”. Al nono punto Confindustria sostiene la necessita della “eliminazione delle barriere tariffarie” e della “armonizzazione degli standard normativi” per una politica commerciale a sostegno delle industrie. Infine, al decimo punto, si legge che l’Europa “deve giocare un ruolo decisivo nello sviluppo di un modello sociale moderno attraverso un’organizzazione del lavoro più flessibile e dinamica, sistemi di formazione che accompagnino gli individui lungo tutto l’arco della vita lavorativa, servizi per l’impiego orientati all’occupabilità e un welfare equo, attivo e sostenibile”.
SQUINZI: CANDIDIAMO IL MEGLIO IN EUROPA. “E’ importante che per le prossime europee le forze politiche selezionino persone all’altezza del ruolo”, ha affermato Squinzi, presentando il manifesto degli industriali. Il presidente ha sottolineato che “servono persone capaci di rappresentarci ai massimi livelli e per questo ci auguriamo che ottiche di parcheggio e di contentini non siano più la logica di queste elezioni”. Per il presidente degli industriali è necessario che al Parlamento europeo vadano “persone capaci, che si impegnino e che garantiscano una presenza costante partecipando ai dossier europei nel modo più opportuno e necessario”. Il messaggio, evidenzia Squinzi, è rivolto “a tutti i politici, chi sarà candidato e poi eletto, affinché siano il meglio del nostro Paese e si crei una situazione di crescente competenza”.