Roma, 9 apr. (LaPresse) – “L’urgenza e l’ambizione delle azioni di riforma che il Governo intende attuare sono senza precedenti. Il percorso che si delinea prevede il passaggio fondamentale dallo Stato di gestione della crisi ad una politica di cambiamento, riassumibile in due concetti: il consolidamento fiscale sostenibile e l’accellerazione sulle riforme strutturali per favorire la crescita”. Lo si legge nella premessa del Def, pubblicato sul sito del Ministero dell’Economia, firmato da Matteo Renzi e da Pier Carlo Padoan. “Le riforme avviate sul piano nazionale dai governi precedenti e quelle previste per il 2014 – si legge ancora nella premessa – sono in piena sintonia con il quadro europeo: con le priorità per il 2014 dell’Analisi Annuale della Crescita, con le Raccomandazioni della Commissione, con gli obiettivi prioritario stabilità nel semestre europeo e con le sette iniziative ‘Faro’ (Flagship Initiatives) della Strategia 2020”. “E’ un piano ambizioso – conclude la premessa – ma è quello che serve al Paese ed è l’impegno che prendiamo per l’Italia”.

PIL – “In base alle informazioni disponibili, le stime di crescita del prodotto interno per l’anno in corso sono riviste al ribasso allo 0,8 per cento rispetto all’1,1 per cento previsto nel Documento programmatico di bilancio di ottobre”, si legge nella Sezione II, ‘Analisi e tendenze della finanza pubblica’. “La ripresa risulterà più pronunciata nel 2015 – continua il testo -, con una crescita pari all’1,3 per cento. Nel triennio successivo la crescita del Pil risulterà pari in media all’1,7 per cento”. “Le principali componenti della domanda interna – prosegue il documento – torneranno ad aumentare e a contribuire positivamente alla crescita del Pil a partire dall’anno in corso. Le esportazioni saranno sostenute dal positivo andamento delle domanda mondiale, la ripresa della domanda interna favorirà la crescita delle importazioni e il contributo della domanda estera netta sarà solo marginalmente positivo alla fine del periodo di previsione. Il saldo corrente della bilancia dei pagamenti resterà in surplus per l’intero arco previsivo grazie al contributo dell’avanzo commerciale”.

PAREGGIO BILANCIO – “Nel 2015 e nel 2016 – si legge ancora nel testo definitivo – il raggiungimento del pareggio di bilancio in termini strutturali richiederà misure aggiuntive per colmare il gap residuo, che il Governo ipotizza perverranno esclusivamente dal lato della spesa pubblica”. “Il deficit strutturale – si spiega nello stesso paragrafo – partendo da un valore stimato pari allo 0,8% del Pil nel 2013, si ridurrà progressivamente a un sostanziale pareggio strutturale nel 2015 e al pieno pareggio nel 2016”. “Il rapporto debito/Pil – si spiega ancora nel documento – inizierà a ridursi a partire dal 2015”.

LAVORO – “La ripresa dell’occupazione sarà contenuta nel corso del 2014 ed è attesa rafforzarsi nel 2015, mantenendo tassi di crescita più contenuti rispetto a quelli del Pil. Il tasso di disoccupazione comincerà a scendere in modo più deciso solo nella parte finale dell’orizzonte di previsione, quando si dovrebbe portare all’11%”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata