Roma, 22 apr. (LaPresse) – Nel sistema bancario italiano, nonostante una perdita complessiva di quasi 22 miliardi di euro nel 2013, la retribuzione media dei ceo è 62 volte superiore a quella dei lavoratori del settore, mentre era di 53 nel 2012 e di 42 nell’anno 2000. E’ quanto emerge da un’indagine dell’Ufficio studi della Uilca, che ha preso in esame i compensi dei vertici dei principali gruppi bancari italiani (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banco Popolare, Ubi, Banca Popolare di Milano, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Banca Popolare di Sondrio, Banco di Desio e della Brianza, Banca Carige, Credito Emiliano). Uilca precisa che l’indagine evidenzia “la sostanziale non correlazione tra risultati economici e retribuzione”. Infatti, sottolinea il sindacato, con un utile netto totale negativo per 21.870 milioni di euro, la retribuzione complessiva dei ceo degli istituti bancari oggetto della ricerca, mostra un incremento rispetto al 2012 del 16,80% (dovuto in parte ai 3,6 milioni di euro di penale pagati all’allora ceo di Intesa Sanpaolo, Enrico Cucchiani, per recesso anticipato del contratto) raggiungendo quota totale di 19.195 milioni di euro. Tale retribuzione è sostanzialmente costituita da quota fissa: delle undici banche del campione sono solo due i ceo che hanno percepito uno stipendio inferiore agli 800.000 euro nel 2013. I presidenti degli istituti di credito oggetto della ricerca percepiscono per il 2013 una retribuzione pari a 23 volte lo stipendio di un dipendente, tale rapporto era di 25 nel 2012 e di 15 nell’anno 2000. La retribuzione complessiva dei presidenti della ricerca è in contrazione dell’8,35%, mentre solo tre presidenti su undici percepiscono meno di 270.000 euro.
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