Roma, 4 giu. (LaPresse) – Il peso del fisco in Italia è “eccessivo” e per migliorare la qualità dell’imposizione nono bastano “surrogati” come il bonus da 80 euro deciso dal governo Renzi. A dirlo è la Corte dei Conti nel rapporto 2014 sulla finanza pubblica. C’è una “riluttanza” della politica, si legge nel rapporto, nel decidere una riforma dell’Irpef “in una prospettiva che non si configuri come uno sgravio generalizzato”. La Corte richiama alla necessità di una riforma dell’imposta nel senso di una maggiore progressività e di “politiche redistributive”. Secondo la magistratura contabile “accade così che scelte selettive, rientranti nell’ambito proprio e naturale della funzione della nostra principale imposta, siano affidate a strumenti ‘surrogati’ ed improvvisati: dai ‘prelievi di solidarietà’ (per livello o per tipologia di reddito), ai ‘bonus’, ai tagli retributivi tout court”.

Nel frattempo, ricordano i magistrati contabili, alla fine del 2013, la pressione fiscale si è posizionata al 43,8 per cento, quasi tre punti oltre il livello segnato all’inizio del terzo millennio e quasi quattro rispetto al valore medio degli altri Paesi Ue (40 per cento, in riduzione nell’ultimo decennio). “A fronte di tale realtà – spiega il rapporto – si colloca un prelievo fiscale eccessivo e mal distribuito”. Inoltre la Corte sottolinea che il confronto internazionale riferito al fenomeno dell’economia sommersa, vede l’Italia “ai vertici” quanto a dimensioni del fenomeno: il 21,1 per cento del Pil nel 2013, “nonostante la lieve flessione registrata nel corso degli anni più recenti”. Si tratta, aggiunge il rapporto, di “un livello che colloca il nostro paese ai vertici della dell’eurozona, in compagnia di Estonia, Grecia, Cipro, Malta e Slovenia”.

“BASTA SACRIFICI SENZA CRESCITA”. “In questi anni la spesa pubblica si è ridotta in valore assoluto, anche se con un forte sacrificio degli investimenti pubblici: uno sforzo eccezionale che non può, realisticamente, essere protratto troppo oltre in assenza di crescita economica”, ha affermato il presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, presentando il rapporto 2014 sulla finanza pubblica. Squitieri ha aggiunto che “rigore e disciplina segnano la politica di bilancio almeno da quattro anni; e non solo, come si tende generalmente ad evidenziare, per la via dell’inasprimento del carico fiscale”. Per il presidente dei magistrati contabili la crescita non deve “almeno” fallire gli obiettivi contenuti nel Def. Serve, ha spiegato ancora Squitieri, trovare un “difficile bilanciamento tra disciplina nella finanza pubblica e rilancio dello sviluppo”, con “un bilanciamento che deve contare, soprattutto, su una coraggiosa e selettiva politica di riforme in grado di elevare la produttività di sistema”.

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