Roma, 5 giu. (LaPresse) – Occorreranno più di undici anni perchè i consumi ritornino ai livelli pre-crisi in Italia. E’ quanto si legge nel rapporto dell’ufficio studi di Confcommercio, ‘Le economie regionali’, presentato in occasione dell’assemblea annuale dell’associazione. Con un Pil a +0,5% e i consumi a +0,1% nel 2014, la ripesa “si allontana e si conferma più debole e lenta del previsto”, evidenzia Confcommercio, che stima un leggero recupero nel 2015, con il Pil a +0,9% e i consumi a +0,7 per cento. “Cresce sì la fiducia da una parte, ma consumi e investimenti mostrano l’altra faccia del Paese, quella di un’economia reale ancora drammaticamente ferma ‘al palo’ e che vede ampliarsi sempre più il divario economico-sociale tra il Nord e il Sud”, si legge ancora nel rapporto.
Confcommercio rileva inoltre che oltre 12mila imprese sono andate in fumo nei primi tre mesi di quest’anno in Italia. “L’80% di queste – si legge ancora – riguardano settori non alimentari e in particolare l’abbigliamento”. Una crisi che colpisce in particolare il Mezzogiorno. Per l’associazione i consumi al Sud, nel 2015, toccheranno livelli inferiori a vent’anni fa. “Nel 2015, al Sud, si raggiungeranno 12.160 euro pro capite, un livello addirittura inferiore a quelli di vent’anni fa (12.195 euro ndr)”, sottolinea il rapporto.
I dati non mostrano recuperi imminenti del commercio al dettaglio. L’indicatore dei consumi di Confcommercio registra una flessione dello 0,3% rispetto a marzo, con un aumento dello 0,2% su base annua. Le flessioni più significative si sono registrate nell’abbigliamento (-2,4%) e nelle spese per la casa (-1,8%). “La flessione congiunturale – sottolinea l’ufficio studi di Confcommercio – e il contenuto arretramento della media mobile a tre mesi, corretta per i fattori stagionali, evidenziano e confermano come i consumi siano ancora in una fase molto difficile per la quale non si intravede il punto di svolta”.
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