Milano, 12 giu. (LaPresse/Finanza.com) – Seduta debole per Piazza Affari che anche oggi non è riuscita a beneficiare del successo delle aste. Dopo i Bot annuali di ieri, oggi il Tesoro ha collocato Btp a 3 e 7 anni per complessivi 8,5 miliardi di euro. In particolare il rendimento del Btp triennale si è attestato allo 0,89%, valore che rappresenta il nuovo minimo storico. Dopo il taglio dei tassi d’interesse e le altre misure varate per contrastate la bassa inflazione, oggi la Bce nel suo Bollettino mensile ha ribadito di essere pronta ad intervenire con un ulteriore allentamento monetario qualora fosse necessario. L’Eurotower ha inoltre spiegato che gli ultimi dati segnalano una crescita moderata anche nel secondo trimestre. Da segnalare che le tensioni in Iraq, dove sono esplosi gli scontri tra sunniti e sciiti, hanno fatto salire il prezzo del petrolio a New York sopra quota 106 dollari al barile. In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha chiuso con un ribasso dello 0,27% a 22.163 punti.

Vendite sui titoli del comparto bancario: Banco Popolare ha ceduto lo 0,14% a 14,26 euro, Intesa SanPaolo il 2,03% a 2,506 euro, Unicredit lo 0,73% a 6,72 euro, Ubi Banca lo 0,41% a 7,115 euro, Popolare di Milano lo 0,64% a 0,688 euro. Seduta meno altalenante per il Montepaschi (-0,67% a 1,759 euro) nel quarto giorno del maxi aumento di capitale da 5 miliardi di euro. Secondo l’Ad Fabrizio Viola sull’operazione della banca senese si nota l’interesse da parte degli investitori esteri. Viola ha poi sottolineato che se si dovesse trattare di un interesse significativo si saprà solo alla fine della ricapitalizzazione. Debole Enel (-0,55% a 4,332 euro) all’indomani degli accordi firmati ieri a Pechino. Positiva invece Eni (+1,05% a 19,22 euro) dopo la firma di un accordo strategico in Kazakistan con KazMunayGas (KMG). In base all’accordo, KMG e Eni avranno ciascuno il 50% dei diritti di esplorazione e produzione per Isatay, un’area di esplorazione off-shore nella zona settentrionale del Mar Caspio. “Il blocco si stima abbia un notevole potenziale di risorse petrolifere e verrà gestito da una joint operating company”, si legge nella nota pubblicata dal gruppo di San Donato Milanese. Il titolo ha sfruttato anche un report di BofA che ha alzato il target price a 22 euro da 19 euro confermando il giudizio buy.

Telecom Italia (+1,05% a 1,003 euro) sotto i riflettori in attesa della prima finestra disponibile (dal 15 al 30 giugno) per lo scioglimento di Telco, la holding che controlla con il 22,4% il gruppo delle telecomunicazioni. Generali (-0,77% a 16,58 euro) ha deciso: il Cda del Leone ha dato mandato all’a.d. Mario Greco per sfruttare la finestra di giugno e uscire così da Telco. Al termine del processo la compagnia assicurativa avrà in mano il 4,3% di Telecom Italia, con 475 milioni di debiti, seguita da Mediobanca e Intesa SanPaolo con entrambe l’1,6% (179 milioni di debiti a testa). Il primo azionista sarà Telefonica, che oggi detiene il 66,6% di Telco, e a scissione avvenuta possederà il 14,7% di Telecom Italia e 1,6 miliardi di euro di debiti.

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