Fisco, Eurostat: Pressione su eurozona sale al 40,4%, Italia al 44%

Bruxelles (Belgio), 16 giu. (LaPresse) – La pressione fiscale nell’eurozona è aumentata al 40,4% del Pil nel 2012, dal 39,5% del 2011, mentre nel complesso dell’Ue è cresciuta al 39,4% dal 38,8%. Lo rileva Eurostat. L’Italia, dopo l’Ungheria, è il Paese in cui la pressione è salita di più, con il peso delle tasse aumentato al 44% nel 2012 dal 42,4% dell’anno precedente. Il prelievo sul lavoro, stabile nell’eurozona al 53,3%, resta il principale obiettivo della tassazione nell’area della moneta unica, doppiando l’imposizione sui consumi (passata dal 27,3% al 26,8%) e più che doppiando quella sui capitali (20,2%). Secondo l’istituto statistico, in Italia la pressione fiscale nel 2012 è così spartita: sul lavoro il peso è del 51,1% (dal 52,0% del 2011), sui consumi è del 24,7% (dal 25,2%) e sui capitali del 24,2% (dal 22,7%).

Nel complesso dell’Ue l’Italia è al sesto posto nella classifica dell’imposizione fiscale più alta. Tra gli altri Paesi, invece, gli incrementi maggiori tra il 2011 e il 2012, dopo Ungheria (dal 37,3% al 39,2%) e Italia, si sono registrati in Grecia (dal 32,4% al 33,7%), Francia (dal 43,7% al 45%), Belgio (dal 44,2% al 45,4%) e Lussemburgo (dal 38,2% al 39,3%). Le maggiori cadute della pressione fiscale si sono vista in Portogallo (dal 33,2% al 32,4%), Regno Unito (dal 35,8% al 35,4%) e Slovacchia (dal 28,6% al 28,3%). Anche considerando l’Ue a 28 la tassazione sul lavoro rappresenta, sempre su dati 2012, la maggiore fonte di entrate tributarie, con una percentuale pari al 51%, seguita da quella sui consumi (28,5%) e quella sul capitale (20,8%). Tra i Paesi con la maggiore imposizione sul lavoro ci sono Svezia (58,6%), Olanda (57,5%), Austria (57,4%) e Germania (56,6%). Gli unici ad essere sotto il 40% sono Bulgaria (32,9%), Malta (34,6%), Cipro (37,1%) e Regno Unito (38,9%).