Strasburgo (Francia), 14 lug. (LaPresse) – “La moderata ripresa in corso nell’eurozona dovrebbe continuare, sostenuta dalla ripresa della domanda interna, dalle misure annunciate a giugno e dal miglioramento dei mercati finanziari”. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, intervenendo al Monetary dialogue di fronte alla commissione Affari economici e monetari dell’Europarlamento.

L’inflazione invece rimarrà “a un basso livello nei mesi a venire, prima di crescere gradualmente nel 2015 e 2016”. Draghi, che ha etichettato come “voci infondate” i rumors su una sua prossima uscita dalla guida dell’Eurotower, ha sottolineato che “nel medio-lungo termine” le prospettive per l’inflazione sono “ancorate” con l’obiettivo della Bce di un tasso sotto ma vicino al 2%. Il presidente della Banca centrale europea ha ricordato che l’inflazione annua a giugno si è attestata allo 0,5% nell’eurozona e che la Bce “se necessario” resta “pronta a intervenire anche con strumenti non convenzionali, previsti dal proprio mandato, contro un eventuale periodo di bassa inflazione troppo lungo”.

Draghi la rilevato che “la disoccupazione rimane alta e la capacità inutilizzata resta considerevole”. Affiché gli Stati membri possano beneficiare della flessibilità nel rientro del disavanzo e del debito “è abbastanta chiaro che dovrà esserci un profondo processo di riforme strutturali in corso, da poter poi quantificare nel calcolo del deficit”. Draghi ha aggiunto che le regole del Patto di stabilità e crescita Ue in vigore “contengono già abbastanza flessibilità” e che è “limitante” pensare che la flessibilità sia l’unico modo per rilanciare la crescita. Per Draghi c’è “una sola strada per i Paesi per ripristinare la crescita” ed è quella di “usare le riforme strutturali”, e non agire “attraverso la spesa o la creazione di nuovo debito”. Draghi ha ricordato che “la Bce ha coniato il termine crescita ‘growth friendly’, che significa bassa spesa dei governi, soprattutto quella improduttiva, e meno tasse”.

Un possibile ostacolo alla crescita è un euro forte, “l’apprezzamento del tasso di cambio – ha detto il governatore della Bce – è un rischio sulla ripresa”. Sul fronte del credito, invece, Draghi ha rilevato che l’andamento “resta debole, soprattutto per le piccole e medie imprese”, ma ha assicurato che la Bce proseguirà “almeno fino alla fine del 2016 a soddisfare pienamente la domanda di liquidità da parte delle banche nelle operazioni di rifinanziamento, in cambio delle adeguate garanzie”.

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